Roma, 12 ago. (LaPresse) – L’Italia deve “ancora da spendere più della metà delle risorse disponibili” che arrivano dall’Unione europea. E’ quanto si legge nel rapporto dell’Eurispes, ‘L’Italia a metà’. “Il centro di gravità della politica regionale e di allocazione dei fondi europei – si legge nello studio – si è spostato inevitabilmente verso Est, a discapito delle regioni dell’Europa meridionale, che si affacciano sul Mar Mediterraneo”.
“L’Italia – prosegue l’istituto di ricerca – rappresenta uno dei maggiori contribuenti al bilancio dell’Ue, ma anche uno dei suoi principali beneficiari, per lo meno in termini assoluti, soprattutto per quanto riguarda le regioni del Sud della penisola”. “Eppure – sottolinea l’Eurispes – il nostro Paese fatica a spendere le risorse messe a disposizione”.
La possibilità di dovere rinunciare a una buona parte delle risorse impegnate da Bruxelles e non spese, vuoi per inefficienze burocratiche, vuoi per la mancata presentazione di progetti ritenuti appropriati, è ormai quasi una certezza. Esiste una data limite entro la quale spendere i soldi stanziati per il periodo 2007-2013: il 31 dicembre 2015. Trascorso quel periodo, scatterà il disimpegno automatico dei fondi impegnati dall’Ue. Analizzando le statitiche sul tasso di realizzazione del Programma di spesa dei fondi strutturali nel periodo 2007-2013 (dati aggiornati all’aprile 2014) si delinea un quadro a tinte fosche per l’Italia, che si distingue per la sua, tutt’altro che lusinghiera, incapacità nello spendere i fondi comunitari.
Emerge infatti un ritardo cronico nei confronti degli altri paesi membri, che vantano tassi di esecuzione decisamente più elevati del nostro. Ad esempio, il tasso di attuazione dei programmi operativi finanziati dal Fesr si attesta poco al di sopra del 45%, un valore ben al di sotto della media Ue (60,81%), e del paese che ha registrato la performance più lusinghiera, la Lituania (80,1%). Soltanto due paesi sono riusciti a fare peggio di noi: la Croazia, il 22%, semplicemente perché, essendo stata ammessa nell’Ue soltanto nel 2013, non ha avuto il tempo materiale di spendere tali risorse, tra l’altro piuttosto esigue; la Romania, fanalino di coda con il 37%.
Percentuali analoghe si riscontrano anche relativamente al tasso di realizzazione dei programmi legati all’obiettivo Convergenza, il che suggerisce che il dato sul Fesr sia pesantemente influenzato dall’incapacità di spesa nell’ambito dell’obiettivo Convergenza. Anche in questo caso, provvede la solita Romania, a salvare seppur parzialmente l’onore dell’Italia, mentre il primo della classe è un altro paese baltico, l’Estonia (78,3%). Il tasso di realizzazione è leggermente più lusinghiero per quanto riguarda i programmi finanziati dal Fondo sociale europeo, con il 58,66% di spesa delle risorse impegnate, e un 16esimo posto su 26. Per l’ennesima volta, il più elevato tasso di realizzazione spetta a un paese baltico, stavolta la Lettonia, che registra lo sbalorditivo tasso di realizzazione del 95%, ben superiore al 63,5% che rappresenta la media Ue.
Altrettanto mediocre, ma non disastrosa, la performance legata alla realizzazione dell’obiettivo Competitività, che registra la spesa del 59,1% dei fondi impegnati dall’Ue, leggermente al di sotto della media (62,57), e in 13esima posizione su 19 Stati: una graduatoria guidata dalla Grecia, con l’85,8% delle attività realizzate in termini di fondi comunitari spesi. Questa inefficienza di spese può rivelarsi tutt’altro che indolore, per quanto riguarda l’Italia, perché una volta trascorso il 31 dicembre 2015, l’Unione non sarà più vincolata a erogare i fondi che aveva impegnato per il periodo di bilancio 2007-2013.
Dei 27,92 miliardi di euro stanziati dalla Ue nel settennato 2007-2013, la spesa certificata operata dall’Italia e dai suoi Enti locali (tramite i PON e i POR, rispettivamente) ammonta a 13,53 miliardi, il che significa che ben 14,39 miliardi di euro, devono essere spesi entro la data limite, pena il disimpegno automatico di tali risorse. Questo significa che ad oggi è stato speso meno della metà, delle risorse disponibili.
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