Dal nostro inviato Lorenzo Allegrini

New York (New York, Usa), 13 ott. (LaPresse) – Si chiude senza scossoni la prima giornata di Fiat Chrysler Automobiles a Wall Street. A New York, complici anche i volumi ridotti per la festività del ‘Columbus Day’, il titolo termina poco mosso a 8,92 dollari. Si tratta di un prezzo quasi invariato rispetto agli 8,90 dollari dell’apertura, anche se fa fede il fatto che sia più basso rispetto al prezzo fissato in partenza, pari a 9 dollari. Per l’a.d. Fca, Sergio Marchionne, si tratta di “una grandissima giornata” perché “l’insieme” del Lingotto e Auburn Hills “è molto di più della loro somma”. A Marchionne e al presidente Fca, John Elkann, è spettato l’onore di suonare la campanella di chiusura degli scambi, dal palco che domina il ‘floor’ di Wall Street.

“Non c’è dubbio che essere nel più grande mercato del mondo è una grande opportunità e rappresenta un grande passo per noi”, ha dichiarato Elkann, che poi ha portato sul podio sua moglie, Lavinia Borromeo, e i due figli piccoli Oceano e Leone. Per Elkann “la componente italiana del gruppo ha oggi un futuro che prima non ci saremmo mai sognati” e “anche Torino ne esce rafforzata”. Il presidente e l’a.d. hanno inviato oggi una lettera ai dipendenti, che, ha detto Marchionne ricordando la “crisi disperata” in cui versava Fiat nel 2004, hanno fatto “cose eccezionali” e quello di oggi “è il culmine di un lavoro di 5 anni e mezzo”, ha aggiunto. Elkann ha parlato di un “momento storico” che rende il gruppo, ora settimo produttore mondiale, “protagonista” nel settore auto globale.

La prossima tappa fondamentale nel percorso della neonata Fca è il cda del 29 ottobre, che rilascerà i conti al 30 settembre e discuterà dei target, come da consueta tempistica Fiat. “Sono sicuro che centreremo i numeri”, ha affermato Marchionne intervistato da Bloomberg ai margini del ‘floor’, a proposito degli obiettivi 2014. Ed Elkann, interrogato sulla sfida di Alfa Romeo, che stando al piano dovrebbe vendere 400mila vetture nel 2018, ha chiosato che “possiamo farcela” e il marchio “avrà un grande futuro negli Stati Uniti”.

Altra questione spinosa sul tavolo del board è la possibilità di un rafforzamento patrimoniale. Marchionne ha fatto cenno all’ipotesi che Fca torni sul mercato del debito “in un tempo ragionevole”, anche se ha ribadito che “tecnicamente il gruppo non ha bisogno” di emissione di nuove azioni o aumenti, ma potrebbe pensarci in caso di “un rallentamento del mercato auto”. E’ probabile che la decisione al cda di fine mese dipenda anche dal roadshow per cui Marchionne si appresta a partire con il direttore finanziario, Richard Palmer, nelle prossime settimane, cercando investitori Usa interessati, forse non solo, al pacchetto del 7% di azioni proprie rimasto in pancia a Fca dopo il recesso. A proposito di debito, Standard & Poor’s ha assegnato oggi a Fca i rating ‘BB-‘ di lungo termine e ‘B’ di breve termine, con outlook è stabile. S&P, ritirando le valutazioni su Fiat Spa, ha mantenuto invariato il merito di credito non vedendo “alcun fattore di cambiamento a breve termine” dalla quotazione sul Nyse. Alla Borsa di Milano, dove Fca è a sua volta scambiato, il titolo ha chiuso con un rialzo dell’1,2% a 7,025 euro.

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