Roma, 10 mar. (LaPresse) – L’economia non osservata, che include l’economia sommersa, informale e illegale, vale tra i 250 e i 290 miliardi di euro l’anno. E’ quanto emerge da uno studio presentato nella sede della Cgil e realizzato dall’associazione Bruno Trentin insieme all’Istituto di ricerca Techne e al Cer. In particolare, l’economia sommersa e informale è stimata in 180-210 miliardi (con un mancato gettito tra 85 e 100 miliardi), mentre 70-80 miliardi riguardano l’economia illegale. Alla presentezione ha partecipato la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. Sulla base di questi dati l’evasione totale è valutabile in 93 miliardi, con un mancato gettito di 55 miliardi di euro dei quali 14 miliardi “possono essere recuperati rendendo più efficienti le norme attualmente in essere e implementando le misure di contrasto già esistenti nella lotta all’evasione, ma che devono ancora essere totalmente attivate”, sottolinea lo studio. Queste risorse aggiuntive, spiegano gli istituti di ricerca, andrebbero concentrate su due interventi: l’estensione del bonus di 80 euro a pensionati e incapienti e all’ampliamento degli investimenti. Il 59% delle attività hanno un volume di affari riconducibili all’economia sommersa e informale che arriva fino a 1 milione di euro, un dato che secondo Camusso “indica come i comportamenti dell’evasione sono diffusi nella struttura produttiva e professionale del nostro Paese”. “Con questo studio – ha detto ancora Camusso presente alla conferenza stampa – vi mostriamo i dati dell’economia reale del Paese, che rispecchiano la gravità dello stato dell’economia”.

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