Roma, 11 apr. (LaPresse) – Un gioco dell’oca in 18 caselle, ribattezzato ‘il gioco dello struzzo’, che ripercorre tutte le tappe della via crucis percorsa dalle Province italiane negli ultimi cinque anni. Si comincia infatti nel 2010, quando, a maggio, il decreto Tremonti introduce una stangata da 2 miliardi in 5 anni. E’ il 2011, quando l’allora premier Silvio Berlusconi annuncia un piano per ridurre il numero delle Province. A fine anno è il turno di Mario Monti che, col decreto Salva Italia, stabilisce un taglio da 1,6 miliardi in 4 anni. Nel 2012, nuova manovra targata Monti: tagli per altri 3,6 miliardi in quattro anni. Domina la spending review e il Governo annuncia una riduzione delle Province da 86 a 51. L’anno dopo, però, la bocciatura della Consulta: un decreto non può modificare la Costituzione. ‘Torna indietro di due caselle’, riassumono i sindacati.
TAGLI PROGRESSIVI ED ESUBERI. Nell’estate 2013, siamo al governo Letta, arriva il ddl Delrio sul riordino degli enti territoriali. Governo, Anci e Regioni firmano con Cgil, Cisl e Uil un protocollo d’intesa: obiettivo governare il processo di riordino senza tagli e servizi al personale. Intanto, tra il 2009 e il 2013, i dipendenti sono diminuiti di 5mila unità a parità di funzioni e servizi. Tra il 2010 e il 2014 le Regioni hanno tagliato un quarto dei trasferimenti alle Province. Ad aprile 2014 il ddl Delrio diventa legge, ma restano sospese molte questioni previste dal protocollo e il Governo taglia un altro miliardo in 2 anni. A dicembre la legge di Stabilità stabilisce tagli di un miliardo per l’anno in corso, 2 per il 2016 e 3 per il 2017. Ma soprattutto prevede 20mila esuberi immediati su 54mila dipendenti. I sindacati si mobilitano, il Governo sospende gli esuberi e annuncia una proroga dei precari. E’ il marzo 2015: “Nessuno – denunciano i sindacati – degli strumenti previsti dal protocollo è stato attivato, nulla o quasi di fatto sulle leggi regionali previste dalla Delrio, completa incertezza per i lavoratori”. “Chi erogherà i servizi fondamentali? Con quali risorse e con quali competenze?”, si chiedono i sindacati. Assemblea unitaria a Firenze il 25 marzo, oggi la manifestazione a Roma.
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