Washington (Usa), 14 apr. (LaPresse) – Il Pil dell’Italia dovrebbe crescere dello 0,5% nel 2015, dopo essere calato dello 0,4% nel 2014. È la stima del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, che vede per il 2016 una crescita in accelerazione al +1,1% in Italia. Rispetto alla stime di gennaio del Fondo, le previsioni sono state riviste al rialzo di 0,1 punti percentuali per quest’anno e di 0,3 punti per il prossimo.
DISOCCUPAZIONE IN LIEVE CALO. In Italia la disoccupazione dovrebbe calare al 12,6% nel 2015, dal 12,8% del 2014, con una ulteriore riduzione del tasso al 12,3% nel 2016.
INFLAZIONE AL PALO. L’Italia dovrebbe registrare un tasso di inflazione pari a zero nel 2015, rispetto al +0,2% dello scorso anno, con i prezzi al consumo che dovrebbero risalire dello 0,8% nel 2016.
PICCO DEBITO ITALIA NEL 2015. Il debito pubblico italiano, stima il Fmi, si attesterà nel 2015 al 133,8% del Pil, per poi calare al 132,9% nel 2016 e scendere ancora fino al 122,4% nel 2020. Il rapporto tra deficit e Pil dell’Italia dovrebbe attestarsi al 2,6% del Pil nel 2015, dal 3,0% del 2014, per poi scendere ancora all’1,7% nel 2016.
PIL GLOBALE AL +3,5% NEL 2015. Secondo il Fmi la crescita globale sarà del 3,5% nel 2015, in lieve accelerazione dal 3,4% del 2014, e sarà del 3,8% nel 2016. Nelle economie avanzate la crescita dovrebbe rafforzarsi quest’anno al 2,4% dall’1,8% del 2014, mentre il Fondo rileva che nelle economie emergente il Pil si sta “ammorbidendo” nel 2015 con un +4,3% rispetto al +4,6% dello scorso anno. Secondo il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, “si vedono ancora in molte economie avanzate gli effetti della crisi finanziaria e dell’euro”, con livelli di debito pubblico e privato “molto alti” e banche “deboli”, fattori che pesano sulla crescita. Blanchard sottolinea che gli elementi più rilevanti sono l’andamento delle valute e il calo dei prezzi del petrolio che “crea perdenti e vincitori”, penalizzando le economie emergenti. Inoltre, aggiunge, “vediamo che alcuni rischi finanziari e geopolitici sono aumentati”. Tra questi “non si può escludere una crisi greca”. Per Blanchard, infine, le riforme strutturali per sostenere la crescita a breve e a lungo termine “continuano ad essere essenziale” con “il menù corretto che varia da Paese a Paese”. Il Fmi sottolinea che il Pil della Cina dovrebbe rallentare al 6,8% nel 2015 e al 6,3% nel 2016, dal 7,4% nel 2014, mentre la Russia, condizionata da petrolio e crisi Ucraina, dovrebbe registrare due anni di recessione (-3,8% nel 2015 e -1,1% nel 2016).
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