Dal nostro inviato Fabio De Ponte

Washington (Usa), 18 apr. (LaPresse) – Bisogna ricucire il dialogo ma tutto dipende dalla Grecia. E’ questa la posizione sulla Grecia che emerge a Washington, dove si sono conclusi oggi gli Spring Meetings del Fondo monetario internazionale.

DRAGHI: “RISPOSTA IN MANO A GOVERNO GRECO”. “Vogliamo tutti che la Grecia abbia successo – ha scandito il presidente della Bce Mario Draghi nella conferenza stampa finale – ma la risposta è in mano al governo greco”. Solo un accordo complessivo sulle riforme, ha aggiunto, potrà garantire “crescita, equità e sostenibilità fiscale e finanziaria”. E “per arrivarci – ha aggiunto – abbiamo bisogno di un dialogo forte e ben funzionante. Questa è l’essenza di molti colloqui che ho fatto qui e sarà oggetto del prossimo Ecofin a Riga”, in programma il 24 aprile.

LAGARDE: “NULLA DI NUOVO”. “Non c’è nulla di nuovo o aggiuntivo sulla Grecia – ha confermato la managing director del Fmi Christine Lagarde – rispetto a quello che già sapevamo. La mia speranza è che possiamo proseguire un percorso di dialogo per le riforme”. L’obiettivo, ha sottolineato, è raggiungere risultati “il più possibile positivi per la economia greca e il popolo greco”. Ma “il dialogo – ha concluso – deve avvenire su tutti i fronti”.

PADOAN: “ASPETTIAMO PROPOSTE DA GRECIA”. Posizioni perfettamente condivise dal ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan, che ha avuto occasione di incrociare il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis al tavolo della constituency guidata dall’Italia. Si tratta di un gruppo di Paesi (che include, oltre a Italia e Grecia, anche Albania, Malta, Portogallo e San Marino) rappresentato da un seggio (sono 24 in tutto) nel board esecutivo dell’organizzazione. “Stiamo andando verso una continuazione del dialogo – ha detto Padoan – ma è assolutamente importante che il governo greco faccia delle proposte concrete di un piano di aggiustamento per concludere il programma di riforme. Queste proposte non sono ancora arrivate, per quanto io ne sappia”.

PADOAN: “DA GRECIA NO RISCHI PER L’ITALIA”. Padoan ha sottolineato poi che la situazione greca non comporta rischi per l’Italia né per l’Europa. “Non vedo problemi per l’Italia”, ha spiegato, sottolineando che “la dimensione della Grecia è molto limitata nella zona euro perciò è difficile che abbia un impatto. Inoltre – ha aggiunto – mi aspetto un graduale miglioramento della macroeconomia greca perciò l’impatto, se c’è, si indebolirà”. In ogni caso, “non siamo sicuramente – ha sottolineato – in una situazione analoga a quella del 2010 o del 2012, l’area euro è profondamente irrobustita e anche l’Italia è in una condizione molto più solida”.

PADOAN: “A RISCHIO IL BONUS DEF? FANTASIA ARITMETICA”. Con chi gli chiedeva se, nel caso in cui la situazione greca precipitasse, il bonus da un miliardo e 600 milioni spuntato nel Def, sarebbe a rischio, ha sbottato: “O santo cielo questa è una equazione complicatissima, francamente non ci avevo pensato”, ha detto, parlando di “fantasia aritmetica”. “L’andamento della finanza pubblica – ha sottolineato – compreso quello che voi chiamate bonus, che è la differenza tra tendenziale e programmatico, non ha niente a che fare con la situazione in Grecia. Ha a che fare con la politica di finanza pubblica e di crescita del Governo italiano”.

PADOAN: “ITALIA IN REGOLA CON NORME UE”. Anche perché, ha rivendicato, “non è vero che il debito pubblico continua a crescere. Quest’anno si stabilizza e dall’anno prossimo continua a scendere a tassi sostenuti, tanto che siamo pienamente nel rispetto della cosiddetta regola del debito richiesto dal patto di stabilità e crescita”.

“VAROUFAKIS: “SONO OTTIMISTA”. Varoufakis, intercettato dai cronisti, si è mostrato piuttosto calmo. “La pazienza è finita? Non è la mia impressione. E comunque non è una questione di pazienza”. “Sono sempre ottimista”, ha detto. E ha smentito di voler cercare soluzioni fuori dall’Europa, rivolgendosi a Cina o Russia: “Non cerchiamo mai alcuna influenza esterna. Questo è un problema europeo e deve essere risolto, come ogni problema della famiglia europea, tra le nazioni europee”. La questione si sposta ora a Riga.

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