Bruxelles (Belgio) 26 giu. (LaPresse) – Allungare il piano di salvataggio di 5 mesi fino a novembre, in cambio delle garanzie sulle risorse per ripagare tutte le scadenze del debito. E’ questa la proposta messa sul piatto dalle istituzioni creditrici per affrontare l’emergenza del debito greco. La proposta, spiegano fonti vicine alla Bce, è stata avanzata ieri, e il Fondo monetario internazionale ha mostrato disponibilità purché Atene approvi, prima della scadenza della rata da 1,6 miliardi di euro prevista il 30 giugno, almeno un primo pacchetto di riforme. Il piano nel complesso varrebbe 16,3 miliardi di euro. Una prima tranche da 1,8 miliardi sarebbe erogata subito, per fare fronte alla prossima scadenza di martedì, mentre una seconda tranche, da 4 miliardi, arriverebbe dopo l’approvazione di un altro pacchetto di riforme. Le risorse verrebbero in parte dal Efsf (European Financial Stability Facility, il cosiddetto fondo salvastati), in parte dai Smp (Securities Markets Programme) Profits, in parte dal Fmi, che si farebbe carico di un nuovo esborso da 3,5 miliardi.

Tsipras: da creditori solo ricatti e ultimatum. I creditori internazionali non rispettano i principi fondanti dell’Ue e agiscono attraverso il “ricatto” e gli “ultimatum”. Lo ha detto il premier greco, Alexis Tsipras. “L’Unione europea si fonda sui principi della solidarietà, della democrazia, la comprensione e il rispetto reciproco, non su ricatti e ultimatum”, ha affermato il premier parlando con i giornalisti dopo il summit Ue. Il primo ministro greco ha sottolineato che, “soprattutto in questo momento cruciale, non si dovrebbero calpestare questi principi”. Tsipras ha detto ancora che il governo greco “continuerà la lotta per questi principi con la volontà di difendere in questo modo il popolo greco e il popolo europeo”.

Intanto il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel corso della conferenza stampa finale del Consiglio Ue ha affermato che “Non c’è alcun ultimatum. E’ antieuropeo dare al popolo greco l’impressione che dall’Ue arrivi un ultimatum” rispondendo al premier greco Alexis Tsipras, che ha parlato di “ultimatum” da parte delle istituzioni.

Parole che arrivano dopo che la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva invitato il primo ministro greco Alexis Tsipras ad accettare la “generosa offerta” che gli viene fatta dai creditori del suo Paese, spiegando che ora sta ad Atene fare un passo nella direzione dei suoi partner della zona euro. “Noi – ha detto Merkel in conferenza stampa a Bruxelles – abbiamo fatto un passo verso la Grecia, ora tocca a loro fare la stessa cosa”.

Tusk: c’è pressione-. “Obiettivamente della pressione c’è. Ma è il tempo a creare la pressione, non i leader. Tutti si concentrano sul modo di aiutare la Grecia, ma abbiamo solo tre giorni di tempo. Non è un ricatto politico ripetere giorno dopo giorno che siamo vicini al momento in cui la partita sarà finita. Non è una dichiarazione poltica, è un fatto”. Replica il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, rispondendo alle parole del premier greco Alexis Tsipras. “Visto che abbiamo solo tre giorni di tempo – ha aggiunto Tusk – penso che oggi sia molto importante avere rispetto gli uni per gli altri”.

Junker: posizione non è prendere o lasciare -. “La posizione delle tre istituzioni non è prendere o lasciare. Il governo greco è legittimamente eletto, dobbiamo rispettare il governo ma soprattutto il popolo greco” ha affermato il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker nel corso della conferenza stampa finale del Consiglio Ue.

“Sono alquanto ottimista ma non troppo. Domani – ha spiegato – domani pè una giornata cruciale non solo per la Grecia ma per tutta l’Eurozona”.

Renzi: in molti vedrebbero bene uscita Grecia da Eurozona-. Abbiamo sottolineato che ci sono molti paesi, non solo la Germania, che vedrebbero di buon occhio l’uscita della Grecia dall’eurozona. I greci sostengono di aver fatto passi avanti, in parte delle istituzioni non c’è la stessa idea”. ha affermato il premier Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa conclusiva del Consiglio Ue.

“Siamo molto vicini alla chiusura di un accordo. Tutti devono fare l’ultimo miglio, o anche meno dell’ultimo miglio. Noi diciamo che la Grecia deve restare nell’euro. E non lo faccio come atto politico da italiano ma come europeo. Non temo ripercussioni sull’Italia. L‘Italia non è più dalla parte dell’imputato, dello studente da riprendere. Le conseguenze di una uscita della Grecia dall’euro sarebbero per tutta l’Europa, ma non segnatamente per l’Italia. Noi non siamo preoccupati per l’Italia, siamo preoccupti per l’Europa”.

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