Roma, 28 giu. (LaPresse) – La situazione della crisi greca si fa sempre più drammatica e la stabilità dell’eurozona trema. Nel pomeriggio la Banca centrale europea ha deciso di continuare a garantire il proprio appoggio alla Grecia e mantenere l’attuale livello di liquidità di emergenza (Ela) per le banche del Paese, senza però aumentare l’entità delle immissioni. In serata, dopo la riunione del Consiglio per la stabilità finanziaria, il primo ministro Alexis Tsipras ha annunciato che la Borsa di Atene non aprirà e gli istituti bancari ellenici rimarranno chiusi. Una decisione presa in seguito alle azioni delle Bce, ha spiegato il premier il quale ha poi puntato il dito contro i creditori internazionali e l’Europa. “Le recenti decisioni dell’Eurogruppo e della Bce – ha affermato in un discorso alla nazione e poi ribadito su Twitter – hanno un solo obiettivo: cercare di soffocare le volontà del popolo greco”. Ma, aggiunge, “non ci riusciranno. Accadrà il contrario: il popolo greco rimarrà fermo con ancora maggiore caparbietà”.

TSIPRAS: STIPENDI E DEPOSITI GARANTITI. Il premier ha chiesto alla popolazione di mantenere la calma. “Nei prossimi giorni – ha spiegato – ci sarà bisogno di pazienza e compostezza. I depositi bancari del popolo greco sono completamente al sicuro”, così come stipendi e pensioni, “anch’essi garantiti”. “In queste ore critiche, dobbiamo ricordare che l’unica cosa di cui avere paura è la paura stessa”, ha detto Tsipras, aggiungendo: “La dignità del popolo greco a fronte del ricatto e dell’ingiustizia invierà un messaggio di speranza e di orgoglio a tutta l’Europa“. Il leader di Syriza ha poi lanciato un duro attacco all’Europa, sostenendo che il rifiuto della richiesta di Atene di una breve estensione del programma di aiuti sia stato “un atto senza precedenti per gli standard europei, che mette in dubbio il diritto di un popolo sovrano di decidere”, un atto “profondamente offensivo e vergognoso per le tradizioni democratiche dell’Europa”.

BANCHE CHIUSE 6 GIORNI, PRELIEVI MASSIMI 60 EURO. In serata si è venuto a sapere che il Consiglio per la stabilità finanziaria ha raccomandato sei giorni lavorativi di chiusura per le banche. Domani i bancomat saranno chiusi e da martedì sarà possibile ritirare un massimo di 60 euro al giorno. Il limite, spiega una fonte che ha preso parte alla riunione del Consiglio, si applicherà ai possessori di bancomat greci. I titolari di carte stranieri potranno ritirare il massimo previsto dalle loro banche. Era stata proprio la Bce a chiedere all’esecutivo di introdurre controlli dei capitali a partire da domani, altrimenti avrebbe interrotto l’erogazione di liquidità Ela.

DRAGHI: LAVORIAMO A STRETTO CONTATTO CON BANCA DI GRECIA. Alla luce delle ultime novità c’è molta incertezza su come i mercati reagiranno domani all’apertura. “Continueremo a lavorare a stretto contatto con la Banca di Grecia e sosteniamo con fermezza l’impegno degli Stati membri di promettere di agire per affrontare le fragilità delle economie della zona euro”, ha detto nel pomeriggio il presidente della Bce Mario Draghi. Parole a cui hanno fatto eco quelle del governatore della Banca di Grecia, Yannis Stournaras, il quale ha fatto sapere che l’istituto, “in quanto membro dell’Eurosistema, prenderà tutte le misure necessarie per garantire la stabilità finanziaria per i cittadini greci in queste difficili circostanze”.

CODE AI BANCOMAT E SCADENZE. La Bce ha rivisto di giorno in giorno, da una settimana a questa parte, il livello di liquidità di emergenza per la Grecia, dopo l’intensificazione della fuga dei capitali dalle banche. Nel corso del fine settimana, per le strade del Paese si sono registrate lunghe code ai bancomat per ritirare denaro, fino a circa 400 milioni di euro, che si sommano così ai quasi 4 miliardi di euro ritirati la settimana precedente. Atene deve rimborsare 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale entro martedì 30 giugno. Ma la rottura dei colloqui e l’impossiblità di giungere a un accordo con i creditori internazionali ha bloccato l’ultima tranche di aiuti di salvataggio da 7,2 miliardi, che avrebbe consentito ad Atene di ripagare all’Fmi il prestito ed evitare il default.

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