di Giuseppe G. Colombo
Roma, 1 lug. (LaPresse) – L’Unione europea, Italia inclusa, ha tutti gli strumenti per evitare il contagio del Grexit, se mai si dovesse verificare: l’effetto domino, tra l’altro, non si è manifestato in modo “evidente” sui pur mossi mercati finanziari. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in un’informativa urgente del Governo alla Camera, rassicura sugli effetti – mitigati – della crisi della Grecia, che in queste ore vive momenti cruciali. Per Padoan la parola d’ordine dell’Italia e dell’Unione, nei confronti della Grecia, è una sola: crescita. A questo obiettivo, spiega il ministro, hanno sempre puntato le istituzioni europee e l’Eurogruppo, con la Commissione che stava lavorando a un pacchetto di circa 35 miliardi di euro per promuovere la crescita e gli investimenti di Atene.
Non solo austerità, quindi, nella ricetta di Bruxelles per guarire il paziente Grecia: l’Europa, sottolinea Padoan, aveva proposto un accordo su misure volte a innescare un meccanismo di ripresa dell’economia ellenica. Lo scenario, ha evidenziato il titolare del dicastero di via XX Settembre durante l’informativa in Parlamento, era tutt’altro che lacrime e sangue: impegni precisi sì sul fronte dei conti pubblici e delle pensioni, ad esempio, ma anche, appunto, misure per la crescita.
Padoan rivendica una modalità d’azione di “grande apertura” messa in campo dall’Ue e dall’Italia che non hai contemplato alcun ultimatum ad Atene e che non ha mai giudicato l’uscita dall’eurozona come un’opzione da prendere in considerazione. Al contrario, i negoziati per Padoan sono stati sempre portati avanti con l’obiettivo di trovare soluzioni “condivise” tra tutte le parti in causa. Ora, evidenzia il ministro, la possibilità di accordo è subordinata all’impegno politico del governo greco “a sostenere una linea d’azione ritenuta fino a pochi giorni fa inattuabile”. Il governo italiano non è preoccupato dall’impatto della crisi greca: “Non temiamo ripercussioni di ampia portata sulla nostra economia”, dice Padoan, che assicura che la Banca centrale europea ha tutti gli strumenti per fronteggiare la volatilità e le turbolenze dei mercati.
Nulla da temere, inoltre, per il debito italiano, che non aumenterà in caso di default di Atene, perchè l’esposizione nei confronti della Grecia, tra prestiti diretti e partecipazione ai meccanismi di salvaguardia europei, è pari a 35,9 miliardi, tutti già iscritti a bilancio. In caso di Grexit, quindi, niente zavorra per i conti pubblici nostrani. Al sicuro anche il sistema bancario italiano: l’esposizione è di poco inferiore al miliardo di euro, una cifra contenuta che non dà problemi di stabilità. C’è poi l’ombrello della Bce, che ha già affilato le sue armi contro la speculazione: il quantitative easing, cioè l’acquisto di titoli sui mercati nazionali, assicurerebbe, qualora fosse necessario un intervento di Francoforte, una stabilizzazione dello spread.
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