Dal nostro inviato Fabio De Ponte a Bruxelles
13 lug. (LaPresse) – Un nodo scorsoio in grado di soffocare il governo Tsipras. Questo appare l’accordo siglato stamane, al termine di uno sfinente negoziato di 17 ore, dal premier greco e dai leader dell’Eurosummit. L’intesa impone alla Grecia di riformare entro 48 ore le pensioni, l’Iva, l’Elstat (l’istituto nazionale di statistica) e di introdurre tagli semi-automatici alla spesa in caso di deviazioni dall’obiettivo del surplus primario.
Entro il 22 luglio, poi, Atene dovrà adottare invece la riforma del codice di procedura civile (per snellire i processi) e recepire la direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) sul fallimento degli istituti di credito. Non solo, ma d’ora in poi il governo dovrà “consultarsi e accordarsi con le istituzioni (Commissione Ue, Fmi e Bce) su tutte le bozze di legge in aree rilevanti, con un anticipo di tempo adeguato, prima di sottoporle alla consultazione pubblica o al Parlamento”.
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Il tutto in cambio di un programma Esm per un valore complessivo di 82-86 miliardi di euro in tre anni, risorse che serviranno per oltre metà a rifinanziare i 46 miliardi di debiti della Grecia con Fmi e Bce. Il programma sarà in parte ripagato dalla Grecia grazie alle privatizzazioni. Ma il finanziamento Esm includerà anche una parte destinata a ricapitalizzare le banche. E secondo le regole fissate per il fondo delle privatizzazioni, i primi 25 miliardi ottenuti dalla vendita del patrimonio pubblico andranno a finanziare proprio questa parte. In pratica, per ottenere la possibilità di impiegare un miliardo di euro in investimenti dagli incassi delle privatizzazioni, la Grecia dovrà cedere 27 miliardi di asset pubblici: i primi 25 andranno alle banche, un miliardo andrà all’abbattimento del debito pregresso e un altro miliardo andrà finalmente in investimenti.
Sull’onda dell’accordo, le banche greche dovrebbero riaprire giovedì. Lo hanno riferito alcuni banchieri ellenici, uscendo da un incontro al Ministero delle Finanze. A causa dei forti deflussi di depositi, gli istituti di credito erano stati chiusi due settimane fa.
Intanto la Bce ha deciso di non aumentare il limite della liquidità di emergenza (Ela) concessa alle banche greche. Lo riferisce a Efe un portavoce della Banca centrale. Il tetto resta quindi congelato a 89 miliardi di euro.
Scheda. Ecco com’è composto il debito di Atene
Un meccanismo che sembra tagliato su misura per rispondere a Tsipras, che solo mercoledì, parlando davanti al Parlamento Ue a Strasburgo, aveva denunciato: “I fondi stanziati per la Grecia non sono arrivati mai al popolo greco. Sono fondi stanziati per le banche greche ed europee”. Saranno quindi pari solo a una decina di miliardi in tre anni le risorse destinate a coprire le necessità di liquidità del governo.
Ancora, se il capo dell’esecutivo di Atene voleva evitare di coinvolgere nuovamente il Fondo monetario internazionale, il testo annuncia che “la Grecia chiederà sostegno continuativo al Fmi“. E anzi impone il ritorno delle ispezioni della troika, per “normalizzare pienamente i metodi con le istituzioni, incluso il necessario lavoro sul campo, per migliorare l’implementazione e il monitoraggio del programma”.
Alla fine il premier greco non ha potuto che dire sì, e non ha fatto mistero dei motivi della scelta: “Siamo di fronte a dilemmi difficili – ha spiegato – e ho dovuto fare concessioni difficili per evitare l’applicazione dei piani di alcuni ambienti ultraconservatori europei“. Insomma, ha aggiunto più esplicitamente, “abbiamo evitato il piano per uno strangolamento finanziario e per il collasso del sistema bancario”.
Tramite il sou direttore della Comunicazione, Il Fmi (uno dei creditori più severi che nelle ultime settimane ha pressato Tsipras per la restituzione del presito ancora non avvenuta) ha fatto sapere di essere “pronto a collaborare con le autorità greche e i partner europei per contribuire a fare questo importante sforzo in avanti”.
Soddisfatti la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, che stanotte hanno avuto con Tsipras diversi meeting ristretti: “Raccomanderò al Parlamento tedesco – ha annunciato la leader di Berlino nella sua conferenza stampa conclusiva – di approvare un nuovo sostegno alla Grecia in piena coscienza. I vantaggi sono molto maggiori degli svantaggi. C’è la solidarietà ma c’è anche da parte dei greci la volontà e prontezza a fare le riforme”. Spiegando poi, evitando forse di proposito di citare il governo, che “i responsabili in Grecia devono prendersi la responsabilità di portare avanti l’accordo firmato oggi”.
“Abbiamo passato molte ore con Merkel, Tsipras e le autorità europee – ha raccontato Hollande – per arrivare a questo risultato. Tsipras ha fatto scelte coraggiose sulle riforme. Sapeva che era la condizione per finanziamenti da 80 miliardi”. Incontri descritti da una fonte del quotidiano britannico The Guardian come sessioni di “waterboarding mentale” sul premier greco, messo di fronte alla scelta tra accettare le condizioni o rassegnarsi ad assistere all’implosione del proprio Paese.
La scelta di un testo aggressivo, secondo alcuni osservatori, è servita a mettere Tsipras spalle al muro: poteva accettare e perdere – come ora succederà – l’appoggio di parte consistente della propria maggioranza, o rifiutare, e vedere affondare il proprio Paese. In entrambi i casi il problema Grecia sarebbe stato risolto dal punto di vista di Berlino.
Si è trattato di “pura vendicatività”, ha scritto il premio Nobel per l’Economia Paul Krugman sul New York Times, parlando di una proposta “pensata per essere rifiutata”, allo scopo di provocare – a seconda della scelta – la grexit o la fine del governo Tsipras. Ipotesi bollata dal premier italiano Matteo Renzi come “fantapolitica”. Semplicemente, ha commentato il presidente del Consiglio, l’atteggiamento duro di Berlino si spiega col fatto che “la Germania ha un approccio diverso dal nostro, un atteggiamento che rispetto, perché è rappresentata da un governo democraticamente eletto ed è un Paese solido e con numeri importanti”. “Questo accordo – ha aggiunto – poteva essere chiuso molto prima. Fortunatamente buon senso e ragionevolezza hanno prevalso anche se ai tempi supplementari”.
D’accordo con lui il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker: “Non penso che i cittadini greci siano stati umiliati” e “in questo compromesso, perché si tratta di un compromesso, non ci sono vincitori né sconfitti“, ha detto.
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