Milano, 28 lug. (LaPresse) – Italcementi è da decenni uno degli snodi della finanza italiana. Il gruppo cementifero di Bergamo è infatti controllato dalla famiglia Pesenti, uno dei grandi nomi della finanza milanese protagonista di quei ‘salotti’ che molti, in primis Carlo Pesenti stesso, negli ultimi anni hanno dato per morti. Italcementi capitalizza oggi circa 2,3 miliardi, e quindi con un’offerta di 3 miliardi potrebbe essere acquisita dal gruppo tedesco HeidelbergCement. Fondata nel 1864, ha una capacità produttiva di 60 milioni di tonnellate l’anno, ed è il quinto produttore al mondo. A novembre nel suo impianto di Rizzato, nel bresciano, era venuto in visita anche Matteo Renzi.
La società è controllata in modo diretto al 45% dalla holding Italmobiliare, che ha anche partecipazioni nel mondo bancario (lo 0,14% di Unicredit, l’1,563% di Mediobanca ed il 2,90% di Banca Leonardo), quello editoriale (1,937% di Rcs, 29,37% della Gazzetta del Sud, 7% dell’Eco di Bergamo), nell’energia come in Burgo di cui detiene l’11%. La tedesca HeidelbergCement, che prende il nome dalla città tedesca in cui ha sede, occupa 70.000 lavoratori, e produce 78 milioni di tonnellate l’anno ed è quotata a Francoforte. Il gruppo ha decine di impianti tra Europa, Asia, Nordamerica, Africa, e dal 2006 in Asia. Capitalizza 13,32 miliardi di euro.
In un report dello scorso aprile, Natixis aveva ‘previsto’ il matrimonio Italcementi-Heidelberg come unica possibile risposta alla fusione tra Holcim e Lafarge. Natixis però fissava al 2016 l’operazione, che invece sembra aver subito un’accelerazione molto repentina in queste ore. La possibile ripresa del mercato italiano, secondo il report era uno dei grandi motivi di questa operazione, ma non solo. Difatti la forte presenza di Italcement nei mercati emergenti, ad esempio nel Nord Africa, rende le due società molto compatibile. A pesare potrebbero essere i circa 16 miliardi di indebitamento complessivo: 13 miliardi per Heidelberg derivanti dall’acquisizione nel 2007 dell’inglese Hanson, e circa 3 miliardi per il gruppo italiano. Le due società si conoscono bene, avendo un rapporto di collaborazione dal 2008 per l’uso di alcuni brevetti Italcementi. Heidelberg solo lo scorso 10 giugno, durante il Capital Markets Day aveva indicato che dei circa 8,8 miliardi di cash flow cumulati entro il 2019, ben 3,3 miliardi sarebbero andati alla fusioni ed acquisizioni. Proprio la somma necessaria ad acquisire Italcementi.
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