di Giuseppe G. Colombo

Roma, 14 ago. (LaPresse) – Il Pil è cresciuto dello 0,2% nel secondo trimestre rispetto a quello precedente e dello 0,5% nel confronto con il periodo aprile-giugno del 2014. La fotografia dello stato di avanzamento della crescita in Italia arriva dall’Istat che nelle sue stime preliminari sul prodotto interno lordo rende noto che il dato è la sintesi di una diminuzione del “valore aggiunto” nel settore dell’agricoltura, di un aumento nei servizi, e di una variazione nulla nell’insieme dell’industria.

Dal lato della domanda si registra un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. Dopo tredici trimestri di fila in calo, l’Italia registra il secondo trimestre consecutivo con il segno positivo, anche se la crescita è più contenuta rispetto a quella di Stati Uniti e Regno Unito che, spiega l’istituto nazionale di statistica, nello stesso periodo è aumentata in termini congiunturali, rispettivamente dello 0,6% e dello 0,7 per cento.

Il ministero del Tesoro sottolinea l’inversione di tendenza registrata dall’inizio del 2015, definito come l’anno della svolta “dopo la recessione più dura” e parla del dato del secondo trimestre come un risultato “in linea con le attese”.

A via XX settembre si rilancia l’azione del Governo: “Grazie alle riforme strutturali e alla politica economica del Governo ci aspettiamo un’accelerazione”, dichiara il portavoce del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. L’obiettivo è quello di raggiungere una crescita nel 2015 pari a +0,7 per cento.

Critico, invece, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, per il quale la stima del prodotto interno lordo è quella attesa e che “purtroppo conferma che non c’è una ripartenza vera”. Il leader degli industriali italiani spera in una seconda parte dell’anno più benevola, altrimenti, afferma, “sono guai”. Nell’analisi del numero uno di viale dell’Astronomia è “tutta l’Europa che frena, non è un problema di Bce” ed è lo stesso Squinzi a rilanciare la ricetta degli industriali: “Si devono creare le condizioni favorevoli all’impresa, questo è il problema vero: in Italia finché saremo così bloccati da tutte le complicazioni burocratico-amministrative e in più con tutti i problemi che abbiamo senza fare le riforme, non ci muoveremo”.

I dati sul Pil scatenano il dibattito politico. Il Pd difende l’azione del Governo e sottolinea che la direzione intrapresa è quella corretta. Per il deputato dem Matteo Colaninno “l’Italia è uscita dal pantano” e il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato, afferma che la strada è “quella giusta”. Sul piede di guerra le opposizioni: per il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, c’è “calma piatta, lucette e ombre” e “lo 0,7% finale è a rischio”.

La deputata azzurra, Daniela Santanchè, parla di una “flessione positiva da far ridere i polli”. Per Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia la Grecia “in default cresce più dell’Italia” mentre per il capogruppo di Sel, Arturo Scotto, c’è “un disastro sul piano economico e sociale, il segno che le ricette adottate da Renzi sono buone per la propaganda quotidiana ma non intaccano l’economia reale”.

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