Roma, 14 set. (LaPresse) – Discesa iniziata. Il debito pubblico italiano inverte la propria rotta, registrando a luglio un calo di 4,5 miliardi rispetto al mese precedente e infrange al ribasso la soglia dei 2.200 miliardi, attestandosi a 2.199,2 miliardi. E’ la Banca d’Italia a rendere nota la diminuzione del debito. Diminuzione che è stata analoga a quella delle disponibilità liquide del Tesoro (4,7 miliardi): a fine luglio queste disponibilità erano pari a 96,2 miliardi contro i 109,7 miliardi di luglio 2014.
L’avanzo del mese, spiega l’istituto di via Nazionale, ha diminuito il debito per 0,5 miliardi, mentre in senso opposto hanno operato la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione, gli scarti di emissione e il lieve deprezzamento dell’euro (complessivamente per 0,7 miliardi). Nello specifico il debito delle amministrazioni centrali è diminuito di 3,5 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 1,2 miliardi, mentre il debito degli enti di previdenza è aumentato di 0,2 miliardi. L’inversione c’è e i numeri parlano chiaro, ma il peso del debito pubblico incide ancora fortemente sull’andamento dei conti pubblici italiani.
Il Governo è intenzionato ad andare avanti sul percorso della riduzione del debito e più volte il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato la necessità di non prescindere da questa via, che non può essere alternativa a quella della crescita e di una maggiore flessibilità.
Se il debito cala in valore assoluto, anche il portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti da investitori stranieri registra una lieve diminuzione a giugno: il controvalore dei titoli detenuti da investitori non residenti è risultato di 727,290 miliardi di euro rispetto ai 743,144 miliardi di fine maggio. La quota dei titoli del debito pubblico italiano in mano a investitori esteri è passata dal 39,7% dal 39,2% del mese precedente.
I dati di Bankitalia dividono la politica. Il deputato del Pd, Matteo Colaninno, sottolinea che c’è stata “un’inversione di tendenza netta che dà fiducia e ci sprona a proseguire lungo un sentiero necessario che deve portare a ridurre il peso di questa zavorra sulla nostra economia”. Il Pd appoggia la linea dell’esecutivo che va “nella giusta direzione” anche grazie alle riforme “che stanno dando i loro effetti”. Critica l’opposizione: per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, “Renzi è in mare di guai sui conti pubblici”. “Certamente – aggiunge l’esponente di Fi – una ripresa che è ancora anemica non lo porterà fuori dal guado”.
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