di Giuseppe G. Colombo

Roma, 16 set. (LaPresse) – L’obiettivo è fissato: la legge di stabilità 2015 dovrà essere una manovra antirecessiva per centrare l’obiettivo di un’uscita “strutturale“, e non ciclica, dalla crisi. Come? Il cantiere del Governo è già in fermento in vista della presentazione della Finanziaria alle Camere, fissata per il 15 ottobre, ed è tutto volto a cogliere le opportunità che possono aprirsi dalla cosiddetta flessibilità in Europa.

PADOAN: “MARGINI FLESSIBILITA’ ANCORA DA SFRUTTARE”. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, l’ha detto chiaramente: “Il Governo ha già richiesto e ottenuto dalla Commissione europea una validazione della clausola sulle riforme strutturali che è pari allo 0,4% del Pil e non ha ancora utilizzato i margini previsti dalla clausola per gli investimenti”. La strada da seguire è ancora in via di definizione ha spiegato il titolare del dicastero di via XX settembre affermando che l’esecutivo “sta valutando il modo più efficace per ottenere ulteriori margini di flessibilità previsti dalle regole europee sia in termini di sforzi previsti dalle riforme sia in termini di contributi agi investimenti”.

TESORETTO DA 10 MILIARDI. Se alla flessibilità Ue si uniscono le previsioni più rosee sul Pil, che saranno contenute nella nota di aggiornamento al Def, il Governo potrebbe trovarsi a disposizione un tesoretto da circa 10 miliardi di euro nel 2016: risorse che molto probabilmente saranno impiegate per dare sostanza al piano di riduzione delle tasse annunciato dal premier Renzi. Se la cornice è delineata si muovono anche le ruote interne della manovra: secondo quanto riferiscono fonti di maggioranza con la legge di stabilità potrebbero arrivare misure volte a potenziare l’offerta per l’infanzia, attraverso la previsione di servizi alternativi ai nidi a costi ridotti.

PROROGA DELLA DECONTRIBUZIONE PER LE ASSUNZIONI. Quasi scontato che all’interno dell’impianto della manovra troverà spazio la proroga della decontribuzione per le imprese che decidono di assumere a tempo indeterminato: una misura questa molto cara a Renzi anche alla luce dei risultati conseguiti quest’anno sul fronte dell’occupazione.

ALLO STUDIO MISURE CONTRO LA POVERTA’. Il Governo sta poi valutando di prevedere misure per contrastare la povertà: l’allarme lanciato ieri dalla Caritas sembra aver convinto ancora di più l’esecutivo a mettere in campo una forma di sostegno che, tuttavia, non andrebbe a coprire tutta la platea degli aventi diritto.

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