Washington (Usa), 24 set. (LaPresse/Reuters) – Già lo scorso aprile Volkswagen aveva inviato una lettera ai suoi clienti proprietari di vetture diesel per una generica “azione di richiamo per problemi di emissioni” dei gas di scarico. Ai proprietari delle vetture eniva detto di portare l’auto al rivenditore dove sarebbe stato installato un nuovo software per assicurare che le emissioni dai tubi di scappamento venissero “ottimizzate per operare efficientemente”.

Nella lettera, però la società non spiegava che stava compiendo il richiamo nella speranza di soddisfare gli enti regolatori, che stavano diventando sempre più scettici sui motivi delle discrepanze fra i risultati dei test di laboratorio sulle emissioni e i livelli di inquinamento reale delle auto diesel Volkswagen.

A dicembre 2014, infatti, il California Air Resources Board e l’Epa avevano accordato alla società un richiamo volontario delle auto diesel per aggiustare quello che Volkswagen sosteneva essere un problema tecnico facilmente risolvibile, e il richiamo proseguì per mesi a livello nazionale. Il portavoce del California Air Resources Board, Dave Clegern, ha confermato che le lettere rientravano in quel richiamo. “Questo è uno degli aggiustamenti che ci avevano presentato come potenziale soluzione. Non ha funzionato”, ha detto Clegern.

Intanto, mentre il titolo Volkswagen sale in Borsa del 4,5%, manca ancora il successore dell’ad Martin Winterkorn che ieri, dopo essersi preso le responsabilità di quanto accaduto, ha rassegnato le dimissioni dalla carica di ceo che ricopriva dal 2007. Il nome prescelto dovrebbe emergere dalla nuova riunione del Consiglio di Sorveglianza di Volkswagen in programma domani. Tra i candidati più attendibili spicca Matthias Mueller, l’attuale amministratore delegato di Porsche, società che possiede il 50,7% dei diritti di voto di VW. In lizza anche Herbert Diess, responsabile della divisione Brand del gruppo

Fonte Reuters – Traduzione LaPresse

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