Milano, 23 dic. (LaPresse) – “Il 2016 si annuncia come un anno caratterizzato da alcuni importanti elementi di discontinuità rispetto all’anno che sta per chiudersi. In primo luogo, dal punto di vista del Tesoro le esigenze di finanziamento saranno inferiori. Nel 2016 arrivano infatti a scadenza titoli di Stato a medio-lungo termine (escludendo quindi i BOT) per 184,5 miliardi di euro, di cui poco oltre 8 miliardi di euro del programma estero e oltre 176 miliardi del programma domestico. Si tratta di cifre inferiori di circa 18 miliardi rispetto al 2015, che ha presentato scadenze di titoli a medio lungo termine oltre i 203 miliardi di euro”. E’ quanto si legge nelle ‘Linee Guida per la gestione del Debito Pubblico per l’anno 2016’ pubblicate dal Mef. Il ministero sottolinea poi come “le scadenze Bot del 2016 ammontano a circa 115 miliardi di euro, un importo anche in questo caso inferiore a quello calcolato negli stessi giorni un anno fa per il 2015, pari a circa 125,5 miliardi di euro”. Se le emissioni di Bot con regolamento e scadenza all’interno del prossimo anno fossero non superiori a quelle del 2015, il totale complessivo da rifinanziare potrebbe risultare inferiore per circa 30 miliardi di euro a quello dell’anno precedente.

Ad alleggerire le necessità di finanziamento dovrebbe anche contribuire la riduzione del fabbisogno di cassa del Settore Statale, che la Nota di Aggiornamento al DEF di settembre dell’anno in corso stima al 2,4% del PIL, in significativa flessione rispetto al 4% del 2015. L’esigenza di aumentare le emissioni nel 2016 oltre le scadenze ed il fabbisogno, al fine di fronteggiare al meglio il più elevato volume di rimborsi del 2017, appare alquanto limitata. Inoltre il 2016 dovrebbe essere il primo anno di riduzione del rapporto debito/PIL dopo 7 anni di crescita ininterrotta, spiega ancora il Tesoro, che “mirerà a cogliere le opportunità per privilegiare le scadenze a medio lungo termine e ridurre quelle a breve termine”. L’obiettivo è infatti quello di continuare a ridurre il rischio di tasso di interesse e di rifinanziamento. In questo senso, si punterà a conseguire un ulteriore aumento della vita media dello stock di titoli di Stato, dopo quello acquisito per il 2015 che ha visto tale variabile salire da 6,38 a 6,52 anni.

Le emissioni, si legge ancora nel documento, dei Ctz saranno significativamente ridimensionate, sia rispetto al volume delle emissioni del 2015 che a quello delle scadenze, passando a collocamenti via asta non più mensili ma a mesi alternati”. Anche il ricorso ai BTP a 3 e 5 anni verrà ridotto, allo scopo di abbassare il loro peso sul totale emissioni annue. Al contrario, invece, il Tesoro continuerà ad essere presente con volumi in linea con il 2015 sulle scadenze a 7 e 10 anni. Con riferimento all’uso dei derivati, nel 2016, in continuità con quanto realizzato negli anni più recenti, si cercherà di portare avanti una gestione attiva del portafoglio in essere solo qualora si individuino soluzioni utili a migliorarne la performance.

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