Padoan: Italia ha diritto a chiedere politica flessibile

Continua la partita di ping pong tra Bruxelles e Roma sui margini di flessibilità che la Commissione europea concederà sui conti dello Stato italiano. Stavolta, a scambiarsi battute a distanza, sono il ministro dell'Economia di Roma e il capo della Commissione di Bruxelles. L'Italia ha "tutto il diritto a chiedere all'Ue una politica fiscale più flessibile", ha detto Padoan, sottolineando con forza che tale flessibilità può essere accordata "seguendo le regole europee".

QUESTIONE DI CIFRE. Va capito se Bruxelles darà luce verde alla flessibilità richiesta su immigrati (per sforare di un ulteriore 0,2% di Pil), investimenti (un altro 0,3-0,4%) e riforme (0,5%). Se tutte e tre le clausole fossero concesse dall'esecutivo europeo, il deficit dell'Italia potrebbe passare dall'1,4% del Pil, come è già stato accordato, sino al 2,4%, come viene richiesto dal premier Matteo Renzi. La differenza, grazie alla somma delle tre clausole, sarebbe di circa un punto percentuale.
Domani verranno rese note le stime di crescita dell'Ue: nei ministeri romani, diversi funzionari dovranno prendere la calcolatrice e capire a quanti miliardi di euro potrebbero corrispondere queste percentuali.

L'INCERTEZZA SUL NODO MIGRANTI. Se la clausola per le riforme è praticamente già accordata, molto più spinosa è la questione delle spese relative ai migranti. Stamattina, i diplomatici italiani a Bruxelles – guidati dall'ex vice ministro Carlo Calenda, nuovo rappresentate all'Ue voluto da Renzi – hanno chiesto formalmente, con una lettera, di escludere dal computo del rapporto deficit/Pil "il pieno ammontare" delle spese sostenute dall'Italia per affrontare l'emergenza migranti, fin dall'inizio della crisi libica. Da Roma, Padoan ha chiesto che le risposte arrivino presto. "Ci auguriamo che la risposta (dell'Ue sulla flessibilità nel considerare i conti italiani ndr) sia sciolta presto, per evitare momenti di incertezza".

COMMISSIONE UE: NON FAREMO STUPIDA AUSTERITA'. Quasi in contemporanea alle parole di Padoan, da Strasburgo sono arrivate le rassicurazioni del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, intervenuto alla sessione plenaria dell'Europarlamento. A proposito dell'analisi dei bilanci nazionali "la Commissione svolgerà il suo ruolo senza fare una politica severa e stupida di austerità", ha detto il lussemburghese, rimanendo però sul vago: "La Commissione ha introdotto alcuni criteri di flessibilità al Patto di stabilità e questi sono ampiamente sufficienti per permettere agli Stati membri, anche quelli che affrontano grandi difficoltà, di presentare bilanci che rispettino tutte le esigenze".

JUNCKER: PER LA TURCHIA VANNO EROGATI 3 MILIARDI. Se le parole di Juncker non risolvono ancora i nodi italiani, è certa invece la sorte del pacchetto per i migranti in Turchia. E' arrivata infatti luce verde dai 28 ambasciatori a Bruxelles. Dei tre miliardi totali, un miliardo sarà finanziato dal budget europeo mentre gli altri 2 miliardi saranno suddivisi tra i Ventotto secondo il loro reddito nazionale lordo. Tra gli altri, il contributo della Germania sarà di 427.5 milioni di euro (il maggiore), quello del Regno Unito di 327.6 milioni. Seguono Francia, con 309,2 milioni, Italia e poi Spagna con 152,8 milioni. Secondo le cifre diffuse, 224,9 milioni di euro arriveranno da Roma (inizialmente dovevano essere 281 milioni).

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