Debito rivisto al rialzo nel 2016 e nel 2017
L'economia europea sta affrontando "con successo" una serie di "nuove sfide", ma "la debolezza della congiuntura internazionale costituisce un rischio" su cui bisogna restare "estremamente vigili". Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, presentando le previsioni d'inverno di Bruxelles.
Il Pil dell'Italia è cresciuto dello 0,8% nel 2015 e dovrebbe aumentare dell'1,4% nel 2016 e dell'1,3% nel 2017 secondo la stima della Commissione Ue, che ha reso note le previsioni d'inverno. Rispetto a novembre le stime sono state tutte limate di 0,1 punti percentuali. "L'economia dell'Italia è destinata a crescere a un ritmo più rapido nel 2016, ma sempre sotto alla media dell'eurozona". La Commissione Ue ha abbassato le stime sulla disoccupazione italiana, portandole all'11,9% nel 2015, dal 12,2% previsto a novembre, all'11,4% nel 2016, dall'11,8% precedente, e all'11,3% nel 2017, dall'11,6%.
DEBITO PUBBLICO. Il debito pubblico dell'Italia dal 132,8% sul Pil del 2015, dovrebbe salire al 132,4% nel 2016 e poi scendere al 130,6% nel 2017. Il debito del 2016 è stato rivisto al rialzo dal 132,2% previsto a novembre da Bruxelles, come anche quello dell'anno successivo, precedentemente visto al 130%. Il rapporto tra debito e Pil, scrive la Commissione, "è impostato verso una solo leggera diminuzione nel 2016, anche a causa del peggioramento del saldo strutturale, e una un po' di più marcata flessione nel 2017 con una crescita nominale più elevata e l'avanzo primario".
PIL EUROZONA. Secondo la commissione Ue nella zona euro la crescita dovrebbe raggiungere quest'anno l'1,7% rispetto all'1,6% dello scorso anno, per attestarsi all'1,9% nel 2017. A novembre Bruxelles vedeva un Pil 2016 al +1,8%. Per l'Ue, invece, si prevede che la crescita economica rimanga stabile all'1,9% quest'anno, portandosi al 2,0% l'anno prossimo. Le previsioni, sottolinea la Commissione, "indicano prospettive generali di crescita sostanzialmente invariate dall'autunno, anche se aumenta il rischio che, soprattutto a causa di fattori esterni, la crescita risulti inferiore a quanto anticipato".
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