L'aumento del costo del denaro è il primo del 2016 e il secondo in dieci anni
La Federal Reserve ha deciso di alzare i tassi di interesse nell'intervallo tra lo 0,50% e lo 0,75%, dal precedente range tra lo 0,25 e lo 0,50%. È quanto comunicato al termine della due giorni del Fomc, il braccio monetario della Fed. Una decisione che era attesa dai mercati. L'aumento del costo del denaro è il primo del 2016 e il secondo in dieci anni. "In considerazione delle condizioni del mercato del lavoro realizzati e previsti e dell'inflazione, il comitato ha deciso di alzare il target di riferimento", si legge nella dichiarazione del Fomc votata all'unanimità dai membri del braccio monetario. Nel percorso di normalizzazione della propria politica, la Fed vede tre aumenti di tassi di un quarto di punto nel 2017. A settembre la previsione era di due aumenti. Ulteriori tre aumenti dovrebbero vedersi sia nel 2018 sia nel 2019, prima che nel lungo periodo il costo del denaro torni a un livello considerato "normale" del 3,0%. "Il guadagno di posti di lavoro è stato solido negli ultimi mesi e il tasso di disoccupazione è diminuito", spiega il comunicato, che sottolinea che l'inflazione si sta muovendo al rialzo in modo "considerevole". Nonostante l'accelerazione e la trazione dell'economia statunitense, la Fed continua a definire "graduale" l'approccio della Banca centrale al rialzo dei tassi.
La banca centrale americana ha poi alzato le stime sul Pil degli Stati Uniti nel 2016, portandole al +1,9% dal 1,8% previsto a settembre, e nel 2017, al +2,1% dal +2% pronosticato tre mesi fa. Invariata la stima per il 2018, al +2%, mentre la previsione sul 2019 sale di 0,1 punti percentuali al +1,9%. La Fed vede la crescita al +1,8% annuo nel lungo periodo.
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