Bisogna evitare le clausole di salvaguardia, valore stimato 19 miliardi. Al contempo incentivare la ripresa e ridurre il cuneo fiscale, rispettando i parametri di bilancio
La legge di bilancio 2018 è già in cima all'agenda politica. Il Def, reso integralmente pubblico dal Governo questo pomeriggio, ha infatti messo nero su bianco, parallelamente alla manovrina da 3,4 miliardi, gli ostacoli che Gentiloni e Padoan dovranno affrontare e superare entro fine anno. Bisogna evitare le clausole di salvaguardia, valore stimato 19 miliardi. Al contempo incentivare la ripresa e ridurre il cuneo fiscale, rispettando i parametri di bilancio. E senza aumentare le tasse, come Pd e Renzi ribadiscono da mesi. In attesa che dal 2018 la Bce smetta di comprare i nostri titoli di Stato.
Per le sole clausole di salvaguardia, l'impegno sarà pari allo 0,8% del Pil, ovvero 13 miliardi di euro. Si tratta di una norma introdotta nella manovra di luglio del 2011, che prevede l'aumento automatico dell'Iva nel caso il nostro Paese riesca a reperire le risorse pianificate per rispettare i vincoli Ue. Il rischio è di un'aliquota che passa tutta d'un colpo al 25%, con frenata di consumi e conseguente stop alla ripresa. La manovrina varata dal Governo va proprio in questa direzione, poiché l'Unione europea aveva chiesto una correzione dei conti pubblici dello 0,2%. Un quinto di punto che diventerà, stando al Def, uno 0,3% nel 2018. Visto che le clausole peserebbero per l'1,1% del Pil, la differenza dello 0,8% è il primo pesante mattone della manovra. Il Def parla poi anche chiaramente di un taglio del cuneo fiscale, definendolo "cruciale" per ridurre il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori. Proprio ieri l'Ocse ci ha detto che il nostro cuneo attuale ci pone al quinto posto tra le economie avanzate, con un 47,8% nel 2016 rispetto al 47,1% nel 2000. Un obiettivo per il Governo, la cui realizzazione al momento non è stata però esplicitata; si era parlato di possibile taglio dell'Irpef. Più in generale, spiega il Def, "proseguirà l'impegno sul fronte della tassazione con l'obiettivo di ridurre ulteriormente la pressione fiscale sui fattori produttivi. Un sistema fiscale e di welfare efficace aiuta a migliorare la distribuzione del reddito e limita l'evasione fiscale".
Sul reperimento delle risorse, per ora si prevede un taglio di un miliardo di euro presso le amministrazioni centrali per i prossimi 3 anni. Cala il peso delle privatizzazioni, appena lo 0,3% di qui al 2020, ovvero 5 miliardi per ognuno dei prossimi 3 anni. Su come queste risorse saranno trovate, è prevedibile che il dibattito tra parti sociali e politiche travolga i prossimi 6 mesi. Un aiuto potrebbe darlo l'inflazione, che, se il petrolio resta a 50 dollari al barile, il Def stima per quest'anno dell'1%. Se così fosse, anche il Pil potrebbe andare ben oltre il +1,1% stimato nel Def. "Il miglioramento dei dati economici e delle aspettative nelle economie avanzate, Italia compresa, potrebbe giustificare una significativa revisione al rialzo della previsione di crescita del Pil per il 2017", spiega infatti il documento.
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