"L'aumento della forza lavoro durante è stato trainato dalla partecipazione femminile"
Le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate dagli esperti della Bce nel settembre 2017 prevedono una crescita del Pil in termini reali del 2,2% nel 2017, dell'1,8% nel 2018 e dell'1,7% nel 2019. Lo si legge nel Bollettino economico della Banca centrale europea, che precisa che le prospettive di crescita sono state riviste al rialzo per il 2017 e restano in seguito pressoché invariate.
I rischi nell'area dell'euro, spiega il Bollettino, "rimangono sostanzialmente bilanciati", perché "da un lato l'attuale dinamica positiva del ciclo accresce la probabilità di una ripresa economica più vigorosa rispetto alle attese" e "dall'altro, permangono rischi al ribasso, riconducibili prevalentemente a fattori di carattere internazionale e all'evoluzione dei mercati valutari".
"L'espansione economica dell'area dell'euro prosegue e mostra segni di crescente tenuta, mentre le misure di politica monetaria sostengono la domanda interna", afferma ancora la Banca centrale. La crescita del Pil in termini reali è sostenuta in prevalenza dalla domanda interna. "I consumi privati – continua la Bce – sono sospinti dagli incrementi dell'occupazione, che a loro volta beneficiano delle passate riforme del mercato del lavoro, e dall'aumento della ricchezza delle famiglie. La ripresa degli investimenti continua a essere sostenuta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti della redditività delle imprese. Indicatori a breve e indagini congiunturali confermano una robusta dinamica espansiva su orizzonti ravvicinati".
CONTRIBUTO MIGRANTI. Nell'area dell'euro "durante la ripresa l'immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto l'afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell'Unione europea". La Bce spiega: "A sua volta, ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia, ma anche in altre economie minori dell'area".
DECISIONE NEL 2018. Il consiglio direttivo della Bce deciderà "in autunno" sulla "calibrazione" di quantitative easing e politica monetaria "nel periodo successivo alla fine dell'anno, sulla base dell'evoluzione attesa dei prezzi e delle condizioni finanziarie necessarie per un ritorno durevole dell'inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento". Nella scorsa riunione, spiega la Banca centrale, "ha concluso che è necessario continuare a fornire un grado molto elevato di accomodamento monetario" e ha mantenuto invariati l'acquisto degli asset, a 60 miliardi di euro al mese, e i tassi di interesse con la relativa 'forward guidance'.
TRAZIONE FEMMINILE. Nell'eurozona "proseguendo un trend di lungo periodo" di dieci anni almeno, "l'aumento della forza lavoro durante la ripresa economica è stato trainato dalla partecipazione femminile". Lo scrive la Bce nel suo Bollettino economico, che precisa che "se l'aumento della percentuale di persone appartenenti a fasce d'età più elevate caratterizza entrambi i generi, per le donne la crescita del tasso di partecipazione nel corso della ripresa è stata più sostenuta, mentre il calo della forza lavoro in piena età lavorativa (tra i 25 ed i 54 anni di età) è stato più contenuto".
"Nella popolazione femminile in età lavorativa la percentuale di donne con un'istruzione terziaria è più elevata rispetto all'analoga percentuale fra gli uomini", chiarisce ancora la Banca centrale.
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