L'Agenzia del Farmaco finita ad Amsterdam per sorteggio. Il governatore lombardo: "Gentiloni e Alfano potevano farsi vedere". Tutti contro il sistema di decisione

Il giorno dopo la sconfitta dell'Ema (l'Agenzia europea del Farmaco finita ad Amsterdam per sorteggio) scoppiano le polemiche. Il fair play (giustamente risentito) per la modalità di decisione (presa con i bussolotti) che ha condannato Milano, è durato fino a ieri sera. Giusto lo spazio della conferenza stampa del governatore lombardo Roberto Maroni e del sindaco di Milano Beppe Sala apparsi uniti, composti e precisi nelle argomentazioni. Questa mattina, improvvisamente, tutto si complica e il clima sembra sempre più simile a quello che ha travolto il calcio italiano dopo la partita di otto giorni fa a San Siro che ha sancito l'eliminazione precoce dai mondiali dell'anno prossimo.

E' il governatore lombardo ad aprire le polemiche, parlando del caso Ema ai margini del tavolo sull'autonomia lombarda ed emiliana: "Io e Sala – dice Maroni – abbiamo fatto tutto per costruire un dossier fortemente competitivo. Resta il dubbio che fra la seconda e la terza votazione, quando c'era bisogno di essere lì e bastavano tre voti, se fosse stato lì tutto il Governo, il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, magari le cose sarebbero andate diversamente". E Maroni insiste: "Tutto si è giocato in quella mezz'ora. C'era il sottosegretario Gozi, forse una presenza più autorevole avrebbe fatto la differenza, dico forse".

Il Maroni di ieri sembrava tutto compreso nel "fair play". Quello di oggi va giù più duro: "Bisogna saper perdere? Se le regole sono giuste e la partita corretta. Qui c'è stata una scorrettezza. Anzi, un'incapacità dell'Europa di assumersi le sue responsabilità. Ormai con le monetine non si decidono più neanche le partite di calcio. Sarebbe stato opportuno fare i calci di rigore, convocare Milano e Amsterdam al tavolo di Bruxelles, fare illustrare i due dossier e dopo l'Europa avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilità. Sono sicuro che in un confronto fra i due dossier avremmo vinto". Poi una frecciata da dividere tra i premier d'Italia e Spagna: "Ho sentito Gentiloni che era molto arrabbiato perché dice che la Spagna ha votato per Amsterdam. Le rivalità, le ripicche prevalgono sulla strategia. Peccato. Vorrà dire che sosterremo più fortemente la Catalogna nella sua richiesta di autonomia e indipendenza".

Sul tema si è fatta sentire (ai microfono di "6 su Radio 1" anche la ministra della Salute Beatrice Lorenzin: "È difficilissima da digerire perché perdere al sorteggio è inconcepibile, soprattutto quando si tratta di un'agenzia di questa rilevanza. Come noi abbiamo sempre detto nel regolamento avrebbero dovuto prevalere elementi di qualità, elementi tecnici, e non arrivare a un sorteggio".

 

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