Continua a crescere l'economia americana. Un dato parzialmente "drogato" dall'incremento delle scorte
L'economia a stelle e strisce mette il turbo. Il Pil cresce del 3,3% annualizzato nel terzo trimestre dell'anno, un tasso che non si vedeva dal terzo quarto del 2014. Il dipartimento del Commercio ha rivisto al rialzo il dato dalla crescita del 3% rilevata in precedenza. Gli Stati Uniti a trazione Trump continuano a correre, anche se una spinta decisiva è arrivata dalle scorte delle imprese, che potrebbero far mancare il proprio contributo nel quarto trimestre dell'anno.
La presidente della Fed, Janet Yellen, è ottimista e vede effetti benefici a livello mondiale. "L'espansione economica è sempre più ampia, estesa a tutti i settori e a gran parte dell'economia globale", dice in un'audizione al Congresso la numero uno della Banca centrale. Nel secondo trimestre il Pil statunitense era aumentato del 3,1%. Bisogna tornare indietro al 2014 anche per vedere due trimestri consecutivi di crescita superiore ai 3 punti percentuali. Il terzo trimestre è anche al di sopra delle attese degli analisti. Quelli intervistati da Reuters si aspettavano che un Pil in espansione del 3,2%. Il ritmo di crescita, tuttavia, probabilmente esagera la salute dell'economia a stelle e strisce in quanto le scorte aziendali, i beni ancora da vendere, hanno contribuito per 0,8 punti percentuali all'aumento del Pil del terzo trimestre, dallo 0,73% precedentemente riportato. Certo, questo significa che le imprese sperano di vendere molto nei mesi successivi. Ma, escludendo gli investimenti delle aziende per riempire i magazzini, l'economia è cresciuta a un ritmo del 2,5% annualizzato. Le imprese hanno accumulato inventari per 39 miliardi di dollari nel terzo trimestre, contro i 35,8 miliardi della precedente stima. Questo, inoltre, suggerisce che le scorte potrebbero essere un freno alla crescita nel quarto trimestre.
Yellen, il cui mandato da capa della Fed scade a febbraio del prossimo anno, preferisce rimanere ancora cauta nonostante i continui segnali di rafforzamento dell'economia statunitense. Con la debolezza dell'inflazione, spiega Yellen, che probabilmente si dimostrerà "transitoria" la Fed continua "a prevedere che aumenti graduali" dei tassi di interesse "saranno appropriati". L'attesa, in particolare, è per la riunione di metà dicembre, quando gli economisti si aspettano una stretta sul costo del denaro, l'ultima dell'era Yellen. Il Beige Book della Banca centrale, che fotografa la congiuntura Usa, rileva un aumento delle pressioni inflazionistiche.
Martedì in audizione al Senato il successore di Yellen, Jerome Powell, che siede già nel board della Fed, ha aperto a un ritocco al rialzo dei tassi di interesse all'ultimo vertice di politica monetaria dell'anno. La Banca centrale a guida Yellen ha aumentato il costo del denaro due volte quest'anno, fino al range attuale tra l'1% e l'1,25%. Powell dovrebbe accelerare nei prossimi anni sulla riduzione del bilancio della Fed da 4.500 miliardi di dollari a circa 2.500-3.000 miliardi. Per il momento la grande mole di liquidità ancora da drenare favorisce i prezzi dei titoli spingendo Wall Street a continui nuovi record. Yellen, ancora in audizione, getta acqua sul fuoco, sostenendo che, anche se i valori delle attività sono "elevati secondo gli standard storici, le vulnerabilità complessive nel settore finanziario appaiono moderate".
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