Il sottosegretario leghista sostiene che costerebbe meno dei 13 miliardi di cui si parla. Carlo Cottarelli: "Non cambierei del tutto la legge Fornero"
Quota 100 nelle pensioni (a partire dai 62 anni). Il governo prova a puntare su uno degli obiettivi che, in campagna elettorale, ha portato voti a M5S e Lega, ma la cosa non sembra facile. Anche se i punti di vista sono diversi anche a partire dai conti.
Ne parla Claudio Durigon (Lega) sottosegretario al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali e sostiene che i costi di cui si parla per applicare quota 100 sarebbero inferiori a quelli di cui si scrive in questi giorni sui quotidiani: “Leggo 13 miliardi, ma non è sicuramente questo il costo effettivo di quota 100 – 62. Considerate che da uno studio fatto dall’Inps quota 100 libera veniva 14 miliardi, quindi 62 (con il limite minimo di 62 anni ndr) certo non può essere questa la cifra. Siamo intorno ai 6/8 miliardi per il primo anno. Questo è il costo effettivo di quota 100”.
Cottarelli – "Io escluderei un deficit superiore al 2%. Se si arriva all'1,6% è difficile far tornare i conti. Quest'anno partiamo dall'1,8, bisogna aggiungere la maggior spesa per l'aumento dello spread e le spese indifferibili: si arriva al 2,3%". Così a Circo Massimo su Radio Capital l'economista Carlo Cottarelli. "Stando così le cose, è dura farlo arrivare a 1,6% inserendo flat tax, reddito di cittadinanza e una riforma delle pensioni. L'Iva non sarà aumentata credo", ha aggiunto.
"Quota 100? Sarebbe bello andare in pensione prima, il problema rimane quello del finanziamento. Perchè se tassi di più, tassi i giovani, esiste un vincolo di bilancio che va al di là delle regole europee. Legge Fornero? Aggiustamenti li farei, ma non la cambierei totalmente, che purtroppo è stata necessaria".
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