Tria presenta la manovra: “Ma ho giurato nell’interesse degli italiani

Il ministro dell'Economia lancia un segnale a Di Maio e Salvini. Niente aumento Iva ma dell'Irpef si parlerà nei prossimi anni "Interventi in direzione del reddito di cittadinanza"

Una manovra improntata alla crescita, senza aumenti Iva. Ma di ridurre l'Irpef se ne parlerà nei prossimi anni. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria sceglie il convegno della Confcommercio "Meno tasse per crescere" per presentare la sua manovra, o almeno le linee generali. Ne approfitta, però, il ministro per lanciare due messaggi abbastanza netti a Di Maio (soprattutto) e a Salvini. Uno è di taglio "generale: "Ho giurato sull'esclusivo interesse della nazione e non di altri, e non ho giurato solo io. E poi: "Sono ottimista nonostante quello che si dice sui giornali cercherò di fare del mio meglio". L'altro messaggio sembra tagliato apposta per respingere l'idea di sforamenti di cui Di Maio va dicendo da giorni: "Stiamo attenti perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare di più. E quello che prende al momento poi lo deve pagare in interessi maggiori". Domani, ha fatto sapere il ministro, saranno comunicati i dettagli macro della Manovra.

Irpef e Iva – Tria affronta subito uno dei temi più delicati, quello fiscale: "Noi siamo partiti da una situazione che abbiamo trovato in cui era previsto un andamento della finanza pubblica su cui c'era stato un accordo con la commissione europea. Erano basati su un forte incremento della pressione fiscale, le famose clausole di salvaguardia. Il primo problema è affrontare questo punto perché intenzione di questo governo è evitare un aumento e andate verso la riduzione della pressione fiscale. Il primo impegno è dunque sterilizzare le clausole. Questa è la prima parte della manovra: a questo punto si passa dal non aumento della pressione fiscale a quello che possiamo fare per ridurla su questo ci stiamo muovendo". Qui, però, Tria dimentica di dire che dal 2012, è la stessa cosa che hanno fatto tutti i suoi predecessori: trovare i soldi per evitare l'aumento dell'Iva previsto dalle clausole di salvaguardia europee. Da questo punto di vista, l'attuale governo, intende fare lo stesso.

Quanto all'Irpef, Tria è stato necessariamente più vago: "Dopo aver eliminato l'aumento dell'Iva e programmato la riduzione della pressione fiscale, negli anni successivi sarà aggredito l'Irpef. Bisogna tenere in conto la congiuntura economica e cioè come tenere in ordine i conti pubblici ma al tempo stesso evitare manovre restrittive". Quindi: niente tagli dell'Irpef per quest'anno. Ma nemmeno nel 2019 sembrano esserci le condizioni per annunciare una riduzione. Poi il contentino alle piccole imprese:"Nel primo anno ci saranno interventi sul piano fiscale a favore delle piccole imprese, con alcuni provvedimenti che vanno tutti in quella direzione".

Reddito di cittadinanza – Sul punto (non dimentichiami che Di Maio ha detto che se non ci sarà, M5S non voterà la manovra) Tria resta piuttosto sul vago evitando di "impiccarsi" a nominalismi. Si capisce che si andrà in quella direzione, ma il ministro non dice che il reddito di cittadinanza "ci sarà".: "Ci saranno interventi come il reddito di cittadinanza che devono servire a permettere più velocemente la trasformazione del tessuto produttivo che possono creare problemi transitori sul tessuto sociale. Al di là delle etichette il disegno va in quella direzione".

Manovra di crescita sostenibile –  Tria sottolinea l'idea guida di una manovra che punta alla crescita del paese, ma sta molto attento a dare spazio all'idea che ci possa essere una crescita accompagnata da uno sforamento del rapporto deficit/Pil: "Sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito, bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito Pil". Il motivo è semplice: "Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi – spiega Tria – Stiamo attenti perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori e quello che si guadagna si perde in interessi. se si perde fiducia sulla stabilità finanziaria nessuno investe, se si crede che domani c'è il disastro nessuno".

Dimezzare il divario con l'Europa – "Obiettivo di questo governo è eliminare il divario tra la crescita italiana e quella del resto d'Europa, vogliamo ridurlo nel primo anno e poi arrivare a rimuoverlo del tutto. Su questo ci stiamo muovendo".

Pensioni – Tria la mette giù con una certa prudenza: Bisogna risolvere "alcune difficoltà che si sono trovate nell'applicazione della Fornero, bisogna accompagnare l'uscita dalle imprese di un personale che è diventato molto anziano a favore dei giovani. La famosa staffetta generazionale non riguarda l'età ma le competenze". "Ognuno – ha aggiunto – può avere un'idea dell'interesse della nazione. Interpretare bene questo mandato è quello che stiamo cercando di fare".