"Significativo incremento della spesa pubblica" con l'introduzione del reddito di cittadinanza e con la riforma delle pensioni. Tagliate anche le stime del Pil, a rischio la riduzione del debito. Conte: "Impatto positivo sottovalutato". E Mattarella: "Abbiamo buona economia, ma dobbiamo ispirare fiducia"

La Commissione Ue rivede in negativo le stime sull'Italia. Secondo le previsioni d'autunno di Bruxelles, il deficit del nostro Paese arriverà al 2,9% del Pil nel 2019 per effetto della manovra espansiva, contro il 2,4% messo nero su bianco dal governo. Il rapporto cita in particolare "il significativo incremento della spesa pubblica" con l'introduzione del reddito di cittadinanza e con la riforma delle pensioni. In particolare, l'Ue vede un bilanciamento strutturale "in deterioramento di circa 3% del Pil". Nel 2020, a politiche invariate la Commissione vede addirittura un disavanzo pubblico proiettato al 3,1% del Pil, oltre il tetto europeo del 3%, senza considerare l'incremento dell'Iva eventuale delle clausole di salvaguardia.

La Commissione inoltre taglia le stime di crescita dell'Italia nel 2018, portandole all'1,1% dall'1,3% previsto a luglio, mentre le alza leggermente all'1,2% dall'1,1% per il prossimo anno, con l'incremento del Pil che dovrebbe accelerare solo marginalmente all'1,3% nel 2020. Le stime della nota di aggiornamento del Def del governo italiano sono quindi molto lontane. Roma, infatti, vede un Pil in espansione grazie alla manovra dell'1,5% nel 2019, dopo un incremento dell'1,2% quest'anno, e dell'1,6% nel 2020. "Dopo la solida crescita nel 2017 – scrive la Commissione nelle sue stime -, l'economia dell'Italia ha rallentato nella prima metà dell'anno per l'indebolimento delle esportazioni e della produzione industriale".

Brutte notizie anche sul fronte debito. L'Ue non vede alcun calo nel triennio in corso e stima per il nostro Paese un debito pubblico al 131,1% del Pil a fine 2018, in leggero calo da 131,2% di fine 2017, con un livello fermo al 131% nel 2019 e ancora in lieve rialzo al 131,1% nel 2020. "L'associazione di aumento di disavanzo pubblico, assieme a tassi di interesse più elevati e ai notevoli rischi al ribasso, mette in pericolo la riduzione del rapporto elevato tra debito pubblico e Pil dell'Italia", si legge nelle previsioni di Bruxelles.

Commentando i dati, il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, avverte quindi il governo: "Non vogliamo essere pessimisti, ma gli ultimi dati economici di cui non abbiamo, fra l'altro, potuto tenere conto, mostrano una situazione deteriorata nel terzo trimestre del 2018 e all'inizio del quarto. Se questo deterioramento fosse confermato, avrebbe un impatto ancora maggiore sulle nostre previsioni".

"L'Italia – chiarisce Moscovici – non è stata oggetto di un  trattamento particolare, ma è stata oggetto esattamente dello stesso trattamento degli altri Stati membri. Vorrei fugare le polemiche: i servizi della Commissione sono imparziali e indipendenti, ci limitiamo a fare delle proiezioni". Moscovici precisa inoltre che "le nostre previsioni differiscono da quelle del governo per le nostre stime sulla crescita, che sono più conservative e prudenti come quelle di altri previsori internazionali, e per i tassi di interesse più alti che aumenteranno la spesa per il rimborso del debito". Tuttavia le stime di Bruxelles "sono fatte sulla base del Documento programmatico di bilancio ricevuto il 16 ottobre, ma come sapete stiamo aspettando una risposta del governo italiano entro il 13 novembre, e la situazione può essere diversa quando questa risposta arriverà".

"Previsioni dovute da un'analisi poco attenta e parziale del Documento programmatico di bilancio,della legge di bilancio e dell'andamento dei conti pubblici italiani", accusa il ministro dell'Economia Giovanni Tria. "Ci dispiace constatare questa défaillance tecnica della Commissione, che non influenzerà la continuazione del dialogo costruttivo con la Commissione stessa in cui è impegnato il Governo italiano", continua Tria, che aggiunge che "rimane il fatto che il Parlamento italiano ha autorizzato un deficit massimo del 2,4% per il 2019 che il Governo, quindi, è impegnato a rispettare". 

Della stessa opinione il premier Giuseppe Conte: "Le previsioni di crescita della Commissione Ue per il prossimo anno sottovalutano l'impatto positivo della nostra manovra economica e delle nostre riforme strutturali. Andiamo avanti con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno". Per il presidente del Consiglio "non ci sono i presupposti per mettere in discussione la fondatezza e la sostenibilità delle nostre previsioni. Per questo riteniamo assolutamente inverosimile qualsiasi altro tipo di scenario sui conti pubblici italiani". 

"Andiamo avanti – rimarca – con le nostre stime sui conti pubblici, sulla crescita che aumenterà e sul debito e il deficit che diminuiranno". "Le riforme strutturali che mettiamo in campo, dalla riforma dei centri per l'impiego alla semplificazione del codice degli appalti, alla riforma del codice e del processo civile insieme al piano investimenti, daranno maggiore impulso alla crescita rispetto a quanto previsto dalla Commissione Ue. Sulla base di queste valutazioni, guardiamo positivamente agli sviluppi del dialogo intrapreso con le Istituzioni europee". E conclude: "L'Italia non è affatto un problema per i Paesi dell'Eurozona e dell'Unione europea, ma anzi contribuirà alla crescita di tutto il continente".

Intanto, dalla cerimonia i consegna delle insegne di Cavaliere all'Ordine 'Al merito del lavoro' il presidente della Repubblica Sergio Mattarella assicura: "L'economia italiana presenta buoni fondamentali, a cominciare da quelle risorse di cittadini e imprese rappresentate dal risparmio delle famiglie e dall'avanzo della bilancia commerciale. Siamo in grado di fronteggiare le difficoltà che abbiamo davanti. Possiamo crescere e raggiungere migliori livelli di giustizia sociale". Ma avverte: "Abbiamo assolutamente bisogno di ispirare fiducia, le imprese lo sanno"

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