L'economista della Columbia University ha definito Trump "il peggior presidente della Storia Usa". L'errore della guerra dei dazi. "L'Italia ha fatto bene a firmare la Via della Seta"

Jeffrey Sachs uno dei maggiori economisti americani e Direttore The Earth Institute alla Columbia University è intervenuto oggi al Primo Festival Nazionale dell’Economia Civile in corso a Firenze cui interverranno domenica 31 marzo il Ministro dell’Economia Giovanni Tria e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

In chiara opposizione al “turbocapitalismo “l’economia civile propone un modello in cui vanno armonizzati competitività e solidarietà per sconfiggere le sempre maggiori disuguaglianze del sistema economico globale.

L’economia civile nel contesto internazionale è dialogo e non contrapposizione, quindi nulla di più lontano dalla concezione di Trump ("America First") che ha portato ad una vera e propria guerra commerciale con la Cina e non solo. Per Sachs si tratta di un vero e proprio ritorno alla Guerra Fredda, un metodo sbagliato che nasce da una sorta di “ossessione“ americana per il dominio del sistema internazionale. L’amministrazione Trump mal digerisce l’ascesa economica e politica della Cina. Bene ha fatto l’Italia – sostiene Sachs – ha firmare l’intesa con i cinesi dalla quale arriveranno maggiore sviluppo e investimenti . La Belt and Road Initiative è per l’Italia e per l’Europa una grande opportunità, che nel ripercorrere l’antica Via della Seta contribuirà alla crescita globale del sistema.

Per sostenere il modello dell’economia civile grande importanza secondo Sachs ha la leva fiscale, ma non come la interpreta Donald Trump – che Sachs ha definito come il peggior Presidente della storia americana – di mero taglio alle tasse per i ricchi. La leva fiscale va usata nei suoi elementi di progressività per aiutare la battaglia contro le disuguaglianze economico

Nel modello di economia civile un ruolo strategico riveste – per Jeffrey Sachs , tutta la problematica ambientale e per questo chiede ai governi, in primo luogo a quello americano, un maggiore impegno per la salvaguardia del pianeta. Alcuni esempi fatti dall’economista americano: nel 2040 il 100% dell’approvvigionamento energetico sarà di provenienza di energia pulita. Altra tendenza sarà quella di andare verso una “zero emissison policy “e per il 2030 dovrebbe terminare la circolazione di auto a benzina e diesel con un definitivo prevalere dell’auto elettrica.

 

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