Secondo le stime dell'Istituto, la crescita sarà dello 0,3% (contro lo 0,6% previsto a gennaio), dello 0,7% (0,9%) nel 2020 e dello 0,9% (1%) nel 2021

La Banca d'Italia ha tagliato le stime sulla crescita italiana nel triennio 2019-2021 e ritiene che il Pil, corretto per gli effetti del numero di giornate lavorative, aumenterebbe dello 0,3 per cento quest'anno, dello 0,7 per cento nel 2020 e dello 0,9 per cento nel 2021. Rispetto alle precedenti proiezioni, pubblicate nel Bollettino economico di gennaio, la stima di crescita è inferiore di 3 decimi di punto percentuale quest'anno, 2 decimi nel 2020 e 1 decimo nel 2021. "Le proiezioni qui presentate incorporano il forte indebolimento dello scenario internazionale osservato all'inizio di quest'anno e ne ipotizzano un lento e graduale miglioramento nel corso del prossimo biennio".

Alla crescita del Pil, spiegano gli economisti di via Nazionale, contribuirebbero prevalentemente i consumi delle famiglie, che beneficerebbero delle misure di politica di bilancio a sostegno del reddito disponibile, e le esportazioni, che crescerebbero in linea con la domanda estera. La dinamica degli investimenti privati risulterebbe invece debole, frenata dall'incertezza sulle prospettive della domanda e da un graduale aumento dei costi di finanziamento. In particolare, l'accumulazione di capitale produttivo si contrarrebbe nel biennio 2019-20 e sarebbe pressoché stagnante nel 2021.

L'occupazione si espanderebbe in misura contenuta, soprattutto nei primi due anni, riflettendo anche maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro per effetto dell'introduzione di nuove forme di pensionamento anticipato, che, in linea con le regolarità osservate nel passato, verrebbero solo in parte rimpiazzate da nuove assunzioni. La dinamica dell'inflazione rimarrebbe moderata e recupererebbe gradualmente. I prezzi al consumo aumenterebbero dello 0,8 per cento nella media di quest'anno, dell'1 per cento nel 2020 e dell'1,5 per cento nel 2021. La componente di fondo dell'inflazione, ancora debole nell'anno in corso, accelererebbe progressivamente nel prossimo biennio, sospinta da un graduale rafforzamento della dinamica retributiva. Rispetto alle nostre precedenti proiezioni pubblicate in gennaio, l'inflazione è stata rivista al ribasso di 0,2 punti percentuali quest'anno, 0,3 il prossimo e 0,1 nel 2021, riflettendo una più prolungata debolezza della componente di fondo e condizioni di domanda meno favorevoli.

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