Polito: "Il settore è cambiato dovendo obbligatoriamente applicare modelli organizzativi estremamente flessibili"

Il settore turistico non è ancora uscito dallo shock della pandemia. Complici i continui cambiamenti di colore delle Regioni, che determinano l’alternanza tra aperture e chiusure c’è ancora molta incertezza. In questo contesto i fondi speculativi sono pronti a mettere le mani sugli hotel italiani in cerca di affari. Lo conferma a LaPresse Guido Polito, amministratore delegato di Baglioni Hotels & Resorts. Il gruppo ha di recente proceduto con la vendita e lease back dell’iconico Baglioni Hotel Luna di Venezia ai miliardari inglesi di Reuben Brothers. Un’operazione “diversa”, spiega il ceo, e una scelta vincente per sopravvivere in questo momento di crisi.

E’ passato ormai un anno dall’inizio della pandemia. Come è cambiato il settore degli hotel e resort di lusso dopo lo shock iniziale?

Purtroppo siamo ancora all’interno di questo shock, non lo abbiamo ancora superato. Il settore è cambiato dovendo obbligatoriamente applicare modelli organizzativi estremamente flessibili. Per un periodo sono state fatte aperture e chiusure a seconda dei vari decreti. Adesso nelle città a con una componente business più accentuata gli hotel sono aperti, ma con risultati lontanissimi dalla normalità. Oltre, ovviamente, alle nuove procedure che devono garantire la sicurezza sia degli ospiti che dello staff. Un impegno importante dal punto di vista operativo e di costi per tutti coloro che le vogliono osservare in modo serio, perché purtroppo non è sempre così.

Cosa è cambiato rispetto agli anni precedenti?

Abbiamo registrato un forte trend di prenotazioni last minute. Lo stiamo vedendo anche alle Maldive, dove solitamente le persone prenotano 3-6 mesi prima del soggiorno. Oramai abbiamo prenotazioni da una settimana all’altra e una crescita di prenotazioni mese su mese altissima. Lo capisco benissimo: le persone con difficoltà possono fare programmi in questo momento. Questo ha inciso sulle politiche di cancellazione degli alberghi, che sono diventate molto più flessibili per venire incontro alle esigenze dei clienti.

Di recete avete annunciato la partnership con Reuben Brothers che ha portato alla vendita e lease-back dell’iconico Baglioni Hotel Luna di Venezia. Come procede la ristrutturazione? Affitterete la struttura non appena saranno terminati i lavori?

Idealmente si. Puntiamo a riaprire la struttura a maggio-giugno. Dovremo sicuramente per quel momento aver finito i lavori di ristrutturazione della zona food and beverage, dove stiamo rifacendo bar e ristorante e ci sarà una collaborazione con uno chef stellato che dobbiamo ancora annunciare. Sarà un intervento che si protrarrà comunque su due anni.

Una partnership con delle società di investimento è la migliore strada percorribile per superare questo momento di crisi?

Assolutamente si. Ne sono convinto e ho avuto anche alcuni colleghi che mi hanno chiamato per avere maggiori informazioni su questo tipo di operazione. Ormai il settore è diventato estremamente competitivo e sempre più tecnico nella suddivisione dei lavori tra l’asset management e la gestione operativa dello sviluppo di un brand. A nostro avviso le nostre competenze sono quelle di gestori di alberghi di lusso, mentre la gestione degli asset – se si vuole puntare a uno sviluppo – deve essere fatto con chi fa quello professionalmente. Crediamo che questa sia la strada migliore.

Come avete scelto Reuben Brothers?

Era già da un po’ di tempo che stavamo cercando questo tipo di partnership senza trovare il giusto interlocutore, che per noi è sì un fondo che abbia capacità finanziarie per poter portare avanti questo progetto, ma allo stesso tempo non un grande fondo istituzionale. Ecco perché é nata questa partnership tra famiglie: entrambi abbiamo un corto processo decisionale e un allineamento di visione e strategia. Mentre i grandi fondi sono sicuramente più complessi e magari più adatti per accompagnare grandi brand del settore.

Siete stati avvicinati però da fondi speculativi?

Sì, in passato anche per l’acquisto della società. Non è però qualcosa a cui siamo interessati.

E’ vero quindi che l’interesse dei fondi internazionali per il settore è aumentato con il Covid?

E’ fuori dubbio: sono tutti alla porta a aspettare il ‘cadavere’. Si tratta di fondi molto diversi rispetto alla famiglia Reuben, che sono invece investitori di lungo periodo e con un approccio diverso, di partnership. Il fondo speculativo che si sta assolutamente avvicinando in modo forte al settore hospitality ricerca ambienti o società distressed, poi compra e rivende nel giro di 3-5 anni. Ma è qualcosa di diverso rispetto a quello che cercavamo noi. Fortunatamente non avevamo quel tipo di esigenza e potevamo scegliere il partner giusto.

Il primo giugno aprirete invece il Baglioni Resort Sardegna nell’area marina protetta di Tavolara. Ritenete che le sue caratteristiche – ampi spazi, vicinanza alla natura – si rileveranno vincenti nei prossimi mesi?

Credo che questo sia uno dei trend che probabilmente il turismo avrà nei prossimi anni. Non so per quanto tempo saremo condizionati dal Covid, ma prossimamente poter andare in vacanza in resort immersi nella natura dove hai i tuoi spazi, dove puoi godere una vacanza in modo più rilassato e contestualizzato nella location in cui hai scelto di viaggiare sia un aspetto importante. Noi stavamo vedendo due alberghi, uno a Porto Cervo e uno nell’area di Puntaldìa ed è anche per questo aspetto che abbiamo fatto la nostra scelta, riteniamo che nei prossimi anni sarà scelta strategica

Pensa che sarà necessario un patentino dei vaccinati per accedere alle strutture?

Credo che sicuramente si debba fare qualcosa per poter permettere alle persone di viaggiare. Che siano tamponi all’arrivo o alla partenza, che sia il passaporto sanitario, o il vaccino. Sono sicuramente favorevole a misure di controllo che finalmente permettano nuovamente alle persone di viaggiare. Se il passaporto sanitario è uno strumento che va in questa direzione ben venga. A prescindere dal pensiero che possono avere le persone ognuno ha diritto di pensarla come vuole. Ma in un contesto simile persone che decidono di non vaccinarsi non possono compromettere la salute degli altri o lo stile di vita degli altri. Non troverei giusto continuare a evitare gli spostamenti perché ci sono persone che decidono di non vaccinarsi. In quel caso che stiano a casa loro e gli altri possono continuare a fare una vita normale.

Avete fiducia nel nuovo governo Draghi, che ha appena istituito il Ministero del Turismo?

Ho molta fiducia e ho sempre trovato un’assurdità che un Paese a vocazione turistica come l’Italia non avesse un ministero. Credo sia un segno molto positivo e speriamo che venga posta la giusta attenzione sul nostro settore. A parte qualche uscita propagandistica è un settore veramente non seguito. Spero veramente che il ministro possa portare un cambiamento, sia di attenzione a livello di esigenze delle catene alberghiere e delle nuove catene alberghiere e poi dal punto di vista di rilancio dell’Italia come meta mondiale. Servono più comunicazione e il miglioramento di infrastrutture e servizi. Ci sarebbe tanto da fare.

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