L'appello dell'associazione che riunisce i lavoratori che si trasferiscono in Italia

Evitare di depotenziare le agevolazioni sul rientro dei cervelli in Italia. E’ l’appello dell’associazione Controesodo, community nata nel 2015 che riunisce i lavoratori che si trasferiscono in Italia. Quello della ‘fuga dei cervelli’ è problema di cui l’Italia ha sofferto in maniera particolare negli ultimi anni: secondo l’Istat sono stati 899 mila gli italiani trasferiti all’estero negli ultimi 10 anni, dei quali 208mila (il 23%) in possesso almeno di una laurea.

Per arginare il fenomeno sono state messe in atto diverse misure, in particolare il Dl crescita nel 2019 ha potenziato le agevolazioni fiscali per chi rientra in Italia, ponendo per la prima volta l’accento sul radicamento permanente e la natalità. “I dati in nostro possesso mostrano che, al netto della battuta d’arresto causata nel 2020 dal COVID, i rientri del 2019 erano in forte crescita e questo effetto è proseguito nel 2021, una volta ripartita la mobilità transfrontaliera”, evidenzia il gruppo Controesodo. “E’ ora fondamentale consolidare questo trend, evitando che le norme del DL Crescita siano depotenziate o modificate in futuro, ed evitando interpretazioni restrittive“. In particolare, prosegue Controesodo, “due interventi sono urgenti, considerando che la legge di bilancio 2021 ha esteso le cosiddette agevolazioni per il ‘radicamento’ anche ai lavoratori rientrati in Italia ante 2020.

Da un lato infatti questa estensione andrebbe concessa anche ai ricercatori, che fruiscono di un regime parallelo di agevolazioni; dall’altro si è sviluppata da parte di alcuni un’indebita interpretazione restrittiva che pretenderebbe tagliare fuori i soggetti non iscritti all’AIRE (Anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero), creando una incomprensibile discriminazione verso una intera categoria di expatriat e addirittura andando a favorire i lavoratori esteri in situazioni oggettivamente identiche. Questo non solo è in contrasto con l’evoluzione della normativa, che ha portato nel 2019 alla cosiddetta ‘sanatoria AIRE’, ossia alla possibilità per i non iscritti di poter accedere ai benefici fiscali a condizione di aver avuto la residenza in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni, ma cozza palesemente contro la ratio di massimizzare il radicamento permanente del capitale umano rientrato”. L’associazione auspica quindi che a questi due temi sia rapidamente posto rimedio nell’ambito della conversione della Legge di Bilancio 2022, attualmente in discussione al Senato, soprattutto in un momento in cui altri Paesi europei (vedi Grecia) hanno adottato pacchetti attrattivi per “captare” cervelli dall’estero: “Nel post pandemia una ulteriore fuga dei cervelli andrebbe proprio scongiurata”, è la conclusione.

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