ll nuovo piano di Intesa Sanpaolo: oltre 22 miliardi di dividendi e utile a 6,5 miliardi a fine piano

L'Istituto bancario guidato da Carlo Messina chiude il 2021 con un utile netto pari a 4,2 miliardi

 Intesa Sanpaolo alza il velo sui conti 2021 che vedono salire l’utile a 4,2 miliardi, e guarda al futuro con il nuovo piano al 2025. “Un piano industriale, che punta a creare la banca dei prossimi 10 anni”. A fornire l’ highlight è stato l’amministratore delegato del gruppo bancario, Carlo Messina, in call con gli analisti. “Penso non vada considerato questo solo come un piano finanziario”, ha voluto sottolineare .  
 

Il piano industriale 

 
 Il nuovo piano aziendale prevede di restituire agli investitori oltre 22 miliardi di euro, confermandosi in pole tra le banche europee più generose con gli azionisti. E il ceo Messina non ha dubbi: “Siamo molto sicuri che supereremo le promesse perché il” nostro “piano è molto prudente, è molto conservativo”, dice. Nel dettaglio sono previsti per gli azionisti oltre 22 miliardi di euro per il 2021-2025 da dividendi cash con payout ratio al 70% in ciascun anno del Piano e buyback di 3,4 miliardi nel 2022; ogni eventuale ulteriore distribuzione sarà valutata anno per anno a partire dal 2023. I target finanziari del nuovo piano d’impresa 2022-2025 del gruppo Intesa Sanpaolo prevedono un utile netto in aumento a 6,5 miliardi di euro nel 2025 dai 4,2 miliardi nel 2021.
 
 E’ in programma un forte aumento della redditività con ROTE in aumento al 13,9% nel 2025 dal 9,1% nel 2021; ROE in aumento all’11,6% nel 2025 dal 7,6% nel 2021. Il risultato corrente lordo è visto in aumento a 10,1 miliardi di euro nel 2025 da 6,6 miliardi nel 2021 .
 
 La banca timonata da Messina si aspetta per il 2022 un utile netto di circa 5 miliardi di euro, dopo aver centrato l’obiettivo per il 2021 di profitti oltre i 4 miliardi di euro.  L’istituto bancario punta anche a “zero Npl” e senza impatto dal calendar provisioning.  Intesa Sanpaolo prevede crediti deteriorati ridotti nel 2025 a 9,3 miliardi al lordo delle rettifiche, da 15,2 miliardi nel 2021, che dopo coperture e svalutazioni diventano 4,6 miliardi netti (da 7,1 miliardi nel 2021).
 
 Il nuovo piano d’impresa 2022-2025 del gruppo Intesa Sanpaolo mira a creare complessivamente oltre 520 miliardi di euro di valore per tutti gli stakeholder. Alle politiche di remunerazione per gli azionisti si affiancano quelle per famiglie e imprese con nuovo credito a medio-lungo termine erogato all’economia reale per 328 miliardi di euro. Previsto poi nuovo credito a supporto di attività non profit e di persone vulnerabili e giovani per 25 miliardi di euro; per le persone in difficoltà, i giovani e i senior: investimenti e donazioni per circa 500 milioni di euro; per l’ambiente: nuovo credito alla green economy, all’economia circolare e alla transizione ecologica per 88 miliardi di euro, con un forte focus sul supporto alla transizione ecologica alle aziende corporate e alle piccole e medie imprese. Per quanto riguarda il personale, sono circa 4.600 le nuove assunzioni previste nel piano.
 
 Gli analisti di Equita Sim evidenziano come i target del piano siano coerenti con le attese con una forte remunerazione agli azionisti.
 

I risultati 2021

 
 Intesa Sanpaolo, nel giorno in cui ha illustrato il nuovo piano, in linea col suo Dna di banca dalle politiche sui dividendi molto generose, ha diffuso anche i conti 2021. I risultati del 2021 registrano un utile netto pari a 4,185 miliardi di euro, rispetto a 3,277 miliardi del 2020, in crescita del 19,4% rispetto a 3.505 milioni se si escludono le componenti relative all’acquisizione di UBI Banca e l’impatto contabile del connesso impairment del goodwill. Il quarto trimestre dell’anno ha evidenziato un utile netto di 179 milioni di euro rispetto alle stime di utile di 107 milioni di euro.
 
 Tornando ai dati sull’intero 2021, il risultato corrente lordo è aumentato del 7,3% rispetto al 2020; il risultato della gestione operativa ha segnato una crescita del 5,4% rispetto al 2020; I proventi operativi netti sono saliti dell’1,9% rispetto al 2020, con commissioni nette salite del 9,3%; i costi operativi sono scesi dell’1,1% rispetto al 2020.  E lo stock di crediti deteriorati scende a dicembre 2021, dal dicembre 2020, del 27% al lordo delle rettifiche di valore e del 34,1% al netto, rispettivamente del 50,2% e 48% pro-forma tenendo conto della riduzione per cessioni prevista nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021.

 E sul fronte della remunerazione degli azionisti, nel 2021 Intesa Sanpaolo registra un ritorno cash pari a 4,9 miliardi di euro, costituito da 1,5 miliardi di saldo dividendi 2021 e da 3,4 miliardi di buyback. Nei must di Intesa poi c’è la banca digitale.  L’ad Messina ha annunciato che “Isybank servirà 4 milioni di clienti con un’età media sotto i 40 anni, che hanno esigenze finanziarie piuttosto semplice e già non entrano in filiale”. Le sfide di oggi e del futuro, in sicurezza.  Con una banca digitale che – assicura il ceo –  “ci renderà resilienti rispetto alla minaccia fintech e vogliamo far sì che le nostre persone operino in un ambiente dove non ci siano questo tipo di minacce”.