Le raccomandazioni all'Italia della Commissione Ue riaccendono il dibattito

Le raccomandazioni all’Italia della Commissione europea riaccendono il dibattito sulle tasse sulla casa. La polemica va in onda sull’asse Roma-Bruxelles. La Commissione europea “non ha nessuna intenzione di massacrare nessuno sulla tassazione”. Non usa mezzi termini il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, per placare le polemiche dopo le richieste dell’Ue sul fronte della riforma del catasto. Nelle raccomandazioni destinate all’Italia, c’è infatti l’invito a tagliare le tasse sul lavoro e ad avanzare proprio sulla riforma del fisco, con “l’allineamento dei valori catastali ai valori correnti di mercato”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, non ci sta. E fa la voce grossa: “L’importante è che nessuno provi a reintrodurre dalla finestra le tasse sulle case, che abbiamo fatto uscire dalla porta. Dicono che l’Europa vorrebbe che l’Italia tassasse anche la prima casa. A Milano si dice: si attacchi al tram”. “Se qualcuno pensa di tassare la prima casa in Italia – rimarca il segretario del partito di via Bellerio in tour elettorale in provincia di Milano – ha trovato nella Lega un avversario che non cambierà mai idea”. Non finisce qui, perché dalla presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, parte una levata di scudi: “Nelle sue raccomandazioni all’Italia la Commissione europea conferma che la riforma del catasto, prevista dal governo Draghi nella delega fiscale, serve ad aumentare la pressione fiscale sugli immobili. Inequivocabili le parole del commissario Ue all’Economia Gentiloni: ‘Nelle nostre raccomandazioni chiediamo di aggiornare i valori catastali agli attuali valori di mercato’. È la prova provata di quello che Fratelli d’Italia sostiene da tempo: l’obiettivo del Pd e della sinistra è aumentare le tasse sulla casa”.

Ma Bruxelles, nelle raccomandazioni collegate al pacchetto di primavera del Semestre europeo, chiede anche di procedere all’attuazione del Pnrr, “in linea con le tappe fondamentali e gli obiettivi” inclusi nel cronoprogramma. Poi manda un monito all’Italia e ad altri 18 Stati membri per un eccessivo rapporto tra disavanzo pubblico e debito in rapporto al Pil, mentre è scampato per ora il pericolo delle infrazioni. E su un altro capitolo caldo delle ultime settimane, complice anche la guerra in Ucraina, la Commissione Ue invita Roma a “ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e diversificare l’importazione di energia”.

Fra le novità, c’è lo stop al Patto di stabilità anche nel 2023, considerati la “maggiore incertezza e forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Ucraina, gli aumenti del prezzo dell’energia senza precedenti e le continue perturbazioni della catena di approvvigionamento”. Una decisione che viene accolta con un coro di “sì”, in questo caso, dai partiti. Per Forza Italia, la capogruppo al Senato, Anna Maria Bernini, parla di “un’ottima notizia da Bruxelles, e ora dobbiamo lavorare per una sua profonda modifica, peraltro già messa in agenda prima del Covid”. Il dem, Piero De Luca, definisce “molto positiva la decisione della Commissione europea”, visto che “il momento storico che stiamo vivendo richiede una grande attenzione”. Dal canto loro, le deputate e i deputati del M5S in commissione Politiche Ue sottolineano che “la sospensione del Patto di Stabilità per il 2023 è un passaggio doveroso ma non è sufficiente: il Parlamento può spingere per una sua profonda revisione votando la nostra mozione che abbiamo depositato nei mesi scorsi e propone riforme profonde”.

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