Il 47% degli investimenti al Sud.. Giovannini:  "Riforme e investimenti senza precedenti nei porti"

Sono previsti investimenti infrastrutturali per circa 9,2 miliardi di euro dal Pnrr, dal Piano nazionale complementare (Pnc) e da risorse nazionali: questo quanto emerge dalla pubblicazione del rapporto del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) in cui si illustrano gli interventi per i singoli porti del Paese, anche nell’ottica della transizione ecologica – con il 47% degli investimenti per il Mezzogiorno -, oltre a “importanti riforme per lo sviluppo della portualità e della logistica”.

In tutto – viene spiegato – sono previsti interventi in 47 porti localizzati in 14 regioni e di competenza di 16 Autorità di sistema portuale (Adsp). Il 46,9% degli investimenti va ai porti del Mezzogiorno, il 37,7% a quelli del Nord e il restante 15,4% a quelli del Centro Italia. A livello regionale, i porti della Liguria e della Sicilia sono i principali beneficiari: alla Liguria sono stati assegnati circa 2,7 miliardi di euro, di cui 600 milioni per la nuova diga foranea di Genova, alla Sicilia circa 1,1 miliardi. Gli investimenti – si rileva nel rapporto – “sono accompagnati da numerose riforme riguardanti l’organizzazione delle attività portuali, la semplificazione e la digitalizzazione delle operazioni logistiche, le regole del trasporto marittimo”.

In particolare, dei 9,2 miliardi gli ultimi progetti sono stati individuati nell’ambito del Pnrr e del Pnc. Per quanto riguarda il Pnc, sono stati finanziati interventi per 2,8 miliardi di euro, suddivisi in cinque ambiti: circa il 52% delle risorse (1.470 milioni di euro) è destinato allo sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici, per cui sono previsti 22 interventi in 14 porti. Un ulteriore 24% delle risorse (675,6 milioni) è destinato all’elettrificazione delle banchine (cold ironing) con 44 interventi in 34 porti. Sette investimenti in cinque porti hanno l’obiettivo di aumentare la capacità portuale attraverso opere di dragaggio e nuovi moli e piattaforme, con un investimento di circa 390 milioni di euro (13,8% del totale), mentre le rimanenti risorse (rispettivamente 250 e 50 milioni) sono destinate ad interventi per lo sviluppo delle aree retroportuali (ultimo-penultimo miglio ferroviario e stradale) e all’efficienza energetica. Rilevanti sono anche gli investimenti infrastrutturali per lo sviluppo delle Zone economiche speciali (Zes), alle quali sono assegnati 630 milioni di euro per 71 interventi, di cui 33 per progetti di ultimo miglio portuale e nelle aree industriale connesse, 30 per la logistica e l’urbanizzazione, 8 per l’aumento della resilienza dei porti al cambiamento climatico. Di questi, 301 milioni di euro sono direttamente assegnati al governo delle Zes attraverso i commissari nominati.

Giovannini:  “Riforme e investimenti senza precedenti nei porti”

 “Il sistema portuale è uno dei pilastri strategici della nostra economia. Gli investimenti senza precedenti sulla portualità e le numerose riforme degli ultimi 20 mesi mettono i porti italiani in grado di competere meglio a livello internazionale”. Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini in occasione della presentazione del rapporto ‘Investimenti e riforme del Pnrr per la portualità‘, pubblicato stamattina. “Ai numerosi interventi sulle infrastrutture materiali di porti, retroporti e Zone economiche speciali, nonché per i collegamenti stradali e ferroviari – osserva Giovannini – si affiancano quelli sulla transizione ecologica e la digitalizzazione della logistica, in linea con le esigenze del settore del trasporto marittimo e terrestre”.

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