Lo dice Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, a LaPresse

Il prezzo europeo del gas continua a percorrere sentieri in discesa. Dopo esser sceso sotto i 100 euro al Megawattora (MWh) sembra che tutto sia tornato alla normalità. Ma non è proprio così, se si pensa che a novembre dell’anno scorso il prezzo girava sui 40 euro al MWh. Eppure, l’aver toccato anche i 90 euro al MWh – spiega il presidente di Nomisma energia Davide Tabarelli a LaPresse – porta a prevedere degli effetti già sulle prossime bollette energetiche, dopo l’aggiornamento delle tariffe da parte dell’Arera – l’Autorità di regolazione per energia, acqua, e rifiuti – previsto per la fine del mese.

Da un lato il merito è dell’azione preventiva dell’accordo Ue sul price cap, un “aiuto” come lo definisce Tabarelli, dall’altro della forte riduzione della domanda e del clima mite. Il tetto del prezzo del gas tra l’altro potrebbe anche spingere il mercato del gas con le quotazioni al TTF ad andare fuori dall’Europa, quindi lasciare l’Olanda dove si trova adesso. Secondo Tabarelli l’effetto del calo del prezzo del gas potrebbe vedersi già sulle prossime bollette energetiche. “Possiamo – spiega Tabarelli – già avere un effetto sul prossimo aggiornamento” delle tariffe delle bollette di luce e gas, perché “ci sarà un impatto anche sull’elettricità”. Il price cap – osserva il numero uno di Nomisma energia – è “un correttivo. Il tetto al prezzo del gas speriamo che non ci sia mai bisogno che si attivi. Serve per dare una maggiore stabilità alle quotazioni”. Senz’altro – dice ancora Tabarelli – “può aver aiutato al calo del prezzo ma quello che incide è la riduzione della domanda e il clima mite”. In termini geo-politici – rileva – è “un’altra badilata di sabbia ai rapporti tra Russia e Europa. Senza contare che se fa freddo, molto freddo, potrebbe esser controproducente, oltre al fatto che è plausibile che il TTF prenda in considerazione la possibilità di andare fuori dal mercato europeo”.

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