Il bollettino della Banca centrale parla anche della recessione: "Ci sarà in inverno ma lieve"
Inflazione a rischio rialzo, con i tassi in aumento e una possibile recessione invernale anche se “lieve”. E’ questo in sintesi il contenuto del bollettino economico della Banca centrale europea (Bce) sulla situazione economica attuale.
Inflazione aumenta con stop a misure a sostegno di famiglie
Secondo la Bce, “le misure di bilancio attuate a sostegno delle famiglie in risposta all’elevato livello delle quotazioni energetiche e dell’Inflazione dovrebbero frenare l’incremento dei prezzi nel corso del 2023. Una volta revocate, tuttavia, l’Inflazione riprenderà a salire. Le strozzature dal lato dell’offerta si stanno gradualmente attenuando, sebbene i loro effetti stiano ancora contribuendo all’Inflazione, soprattutto per quando riguarda i prezzi dei beni”. Ancora sull’inflazione: “I rischi per le prospettive di Inflazione sono prevalentemente orientati al rialzo. Nel breve periodo, le pressioni inflazionistiche esistenti potrebbero generare aumenti dei prezzi al dettaglio dei beni energetici e alimentari più forti del previsto”.
“L’Inflazione dei beni alimentari e le pressioni di fondo sui prezzi in tutta l’economia si sono rafforzate e si protrarranno per qualche tempo. In un contesto di eccezionale incertezza, gli esperti dell’Eurosistema hanno rivisto significativamente al rialzo le proiezioni sull’Inflazione, che si collocherebbe, in media, all’8,4 per cento nel 2022 per poi scendere al 6,3 per cento nel 2023 e registrare una marcata riduzione in corso d’anno. Secondo le proiezioni, l’Inflazione dovrebbe segnare, in media, il 3,4per cento nel 2024 e il 2,3 per cento nel 2025, mentre l’Inflazione al netto della componente energetica e alimentare dovrebbe collocarsi, in media, al 3,9 per cento nel 2022, per poi salire al 4,2 per cento nel 2023 e quindi scendere al 2,8 percento nel 2024 e al 2,4 nel 2025”. Così la Bce nel bollettino.
L’aumento dei tassi
Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’Inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi farà diminuire, nel tempo, l’Inflazione frenando la domanda; metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di Inflazione. Anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio secondo il quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. Così il Bollettino della Bce.
L’indebitamento delle famiglie
Con l’inasprimento della politica monetaria della Bce, sono aumentati i costi di indebitamento per imprese e famiglie. Il credito bancario alle imprese rimane robusto, grazie alla sostituzione delle obbligazioni con i prestiti bancari e l’utilizzo del credito per finanziare i più elevati costi degli investimenti e della produzione, mentre le famiglie si indebitano meno a seguito dell’inasprimento dei criteri per la concessione del credito, dell’aumento dei tassi di interesse, del peggioramento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali e della minore fiducia dei consumatori. Così la Banca Centrale Europea nel bollettino.
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