Nei giorni scorsi lo sciopero dei gestori, passato da 48 a 24 ore dopo una trattativa col governo
L’Antitrust ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sui prezzi dei carburanti. Si tratta di un’indagine “sulle dinamiche competitive della filiera di carburanti per autotrazione al fine analizzare l’andamento dei prezzi e alcune fasi specifiche della filiera petrolifera”. Così il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, in audizione alla Commissione Attività produttive dela Camera sul dl Trasparenza.
Cosa era accaduto nei giorni scorsi sul tema carburanti
Il tema dei carburanti tiene banco da giorni, dopo il decreto trasparenza voluto dal governo per obbligare all’esposizione del prezzo medio di vendita in Italia. I gestori dei benzinai hanno indetto uno sciopero di due giorni, poi ridotto a uno, proprio contro il governo. Al centro del dibattito anche la questione delle accise. Secondo i gestori, il governo (e in particolare Giorgia Meloni in un video) aveva mosso delle accuse contro i gestori, da loro ritenute ingiustificate: le sigle di categoria erano anche contrarie alle sanzioni per la questione della trasparenza sui prezzi.
Antitrust: “Inutile prezzo medio regionale carburanti”
Esporre nelle pompe di benzina il cartello con il prezzo medio regionale è poco utile, perché non è rappresentativo del contesto competitivo in cui si muovono gli impianti. E’ il parere di Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in audizione alla Commissione Attività produttive dela Camera sul dl Trasparenza. “La conoscibilità dei prezzi da parte dei consumatori è un obiettivo auspicabile per consentire una scelta informata e per garantire una dinamica competitiva tra gli impianti. Quindi è condivisibile l’approccio della normativa preesistente” che prevede la pubblicazione sul sito del ministero dei prezzi praticati e la pubblicazione sul sito. Introdurre però, accanto al prezzo di vendita praticato il prezzo medio regionale “ha delle controindocazioni”, spiega Rustichelli. “La media del prezzo regionale non è rappresentativa del contesto competitivo in cui un impianto opera. Un impianto è in concorrenza con quelli situati a pochi chilometri di distanza o raggiunigibili in tempo limitato. Quindi, la media regionale potrebbe comportare che il prezzo in una sottozona sia diverso da quello medio regionale che quindi è un indicatore non rappresentativo e poco utile. La doppia cartellonistica, oltre ad avere oneri per gli esercenti, potrebbe indurre poi in confusione”, continua il presidente. Inoltre, la diffusione del prezzo medio regionale rischia “di ridurre la variabile di prezzo ed essere usaata dalle imprese per convergere su un prezzo unico”.
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