Misura posticipata al 30 giugno 2023 per lavoratori fragili e genitori con figli minori di 14 anni nel settore privato, anche in assenza degli accordi individuali
Lo smart working per i lavoratori fragili e per i genitori con figli minori di 14 anni nel settore privato viene prorogato fino al 30 giugno 2023, anche in assenza degli accordi individuali e “a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione”. Lo prevede un emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal Pd approvato nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato.
Arriva in extremis un emendamento al decreto Milleproroghe per i lavoratori fragili della Pa, approvato all’unanimità dalle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio. Vengono stanziati 16 milioni di euro, per garantire la proroga al 30 giugno 2023 della norma che permette ai lavoratori fragili che non potrebbero andare in smart working perché svolgono funzioni essenziali di essere adibiti ad un’altra mansione mantenendo le retribuzioni e venendo sostituiti da altri lavoratori.
Ugl: “Su smart working persa occasione”
“L’Ugl Funzione pubblica, considerando lo smart working uno strumento utile e necessario anche nella PA, esprime grande rammarico per l’approvazione dell’emendamento a firma di Antonio Nicola (PD)”. Lo dichiara il segretario nazionale UGL Funzione pubblica, Alessandro Di Stefano, “commentando il “via libera” alla proroga fino al 30 giugno 2023 dello smart working per i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano almeno un figlio minore di 14 anni, “a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione”, e per i lavoratori fragili, che a seguito di valutazioni mediche siano ritenuti più esposti al contagio da Covid, così come previsto dall’emendamento approvato a prima firma di Antonio Nicita (Pd) al dl Milleproroghe, in esame in commissione Affari costituzionali e Bilancio del Senato”.”Si è persa una valida occasione per superare una discriminazione in atto in tema di smart working verso i dipendenti pubblici, mentre sarebbe stato necessario uniformare la legislazione per i lavoratori fragili siano essi pubblici o privati. È questa una disattenzione incresciosa che ancora una volta lede la dignità dei dipendenti pubblici, in questo caso fragili”, aggiunge Di Stefano.
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