L'ipotesi è allo studio in vista del prossimo riordino previdenziale, secondo quanto riferito dai sindacati al termine del tavolo tecnico al ministero del Lavoro

Nuove aperture da parte del governo sul fronte Pensioni: il ministero del lavoro ha dato una prima disponibilità, per le donne, per un anticipo di 4 mesi sul pensionamento per ogni figlio, “allargando a chi sta nel sistema misto la portata di una norma che già esiste per chi rientra nel contributivo puro”. Lo ha detto il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, al termine del tavolo tecnico di questa mattina al ministero del Lavoro, che ha impegnato i sindacati e il sottosegretario Claudio Durigon. Accanto, anche l’apertura “a ragionare di una integrazione al trattamento minimo per chi ha contributi solo dopo il 1995” e la possibilità “di eliminare o ridurre in modo sostanziale il vincolo minimo di 1,5 volte l’assegno sociale per accedere alla pensione di vecchiaia nel sistema contributivo, così come richiesto dalla piattaforma sindacale, che attualmente limita in maniera sostanziale gli accessi al pensionamento, condizionando in particolare le donne e coloro i quali hanno avuto carriere frammentate”, prosegue Ganga.

“È stata inoltre confermata l’intenzione di riproporre la Commissione preposta ad analizzare la separazione della spesa previdenziale rispetto a quella assistenziale, come sarebbe in corso una valutazione con il Mef rispetto alle platee e alle risorse disponibili. La Cisl – sottolinea il confederale – continuerà ad impegnarsi sul tavolo negoziale per rendere il sistema previdenziale più equo e socialmente sostenibile attraverso una riforma strutturale della legge Fornero”. Positivo dunque il giudizio di via Po su questo primo incontro: “Apprezziamo il fatto che il Ministero riconosca che l’opzione donna come uscita nell’ultima legge di bilancio debba essere rettificata per ripristinare una misura più equilibrata e siamo in attesa di un riscontro più dettagliato che risponda alle aspettative sindacali”, ha aggiunto infatti Ganga.

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