La Nadef stimava un +5,9% per il rapporto tra disavanzo e crescita. Il Mef: "Assicurare uscita da misure non replicabili" come i bonus edilizi
I dati dell’Istat sull’economia italiana nel 2022 rilevano che il Prodotto Interno Lordo è cresciuto lo scorso anno del 3,7% rispetto al 2021. Ai prezzi di mercato, il Pil è stato pari a 1.909.154 milioni di euro correnti. La crescita è stata analoga a quella prevista dal governo nella Nadef, sebbene inferiore al +3,9% stimato dalla Commissione Europea. Ma l’istituto di statistica sottolinea anche che il rapporto deficit/pil nel 2022 è stato all’8%: un calo di un punto percentuale dai 12 mesi precedenti, ma una cifra di molto superiore rispetto al 5,6% che l’esecutivo vedeva a novembre. E che indica un aumento del debito pubblico.
Cresce la domanda interna e dall’estero
Dal lato della domanda interna – illustra l’Istat – nel 2022 si registra, in termini di volume, un incremento del 9,4% degli investimenti fissi lordi e del 3,5% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda invece flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 9,4% e le importazioni del 11,8%.
La domanda nazionale al netto delle scorte – prosegue l’Istat – ha contribuito positivamente alla dinamica del Pil per 4,6 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,5 punti e quello della variazione delle scorte per 0,4 punti. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 10,2% nelle costruzioni e del 4,8% nelle attività dei servizi. Si rilevano contrazioni dell’1,8% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dello 0,1% nell’industria in senso stretto.
Saldo primario al 3,7%
Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) – prosegue l’Istat – misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,7% (-5,5% nel 2021).
Mef: “Impegno per uscita da misure non replicabili”
In una nota, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha collegato la crescita del debito pubblico e del rapporto deficit/pil rispetto alle precedenti stime con il tema dei bonus edilizi, per i quali il governo ha recentemente deliberato la sospensione della cessione dei crediti. Il Mef, spiega la nota, “prende atto delle decisioni degli istituti di statistica indipendenti che mettono un punto fermo sulla vicenda contabile, i riflessi sul bilancio dei bonus edilizi e delle cessioni dei crediti introdotti a decorrere dal 2020. Il governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat. Parimenti il governo è al lavoro con tutti i soggetti interessati per risolvere il grave problema di liquidità finanziaria delle imprese ereditato da imprudenti misure di cessione del credito non adeguatamente valutate nei loro impatti al momento della loro introduzione”.
Conte: “Istat spazza via bufale del governo”
Ma per il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che del Superbonus ha fatto una delle sue misure di bandiera, i dati dell’Istat certificano invece il contributo positivo dei bonus edilizi all’economia italiana. “Sul Superbonus sono state “spazzate via le bufale” ed “è stata solo becera propaganda del Governo e della maggioranza. Non c’è nessun buco di bilancio, nessuna bolla, nessun debito aggiuntivo. Anzi, è vero l’esatto contrario: grazie alle politiche espansive che abbiamo messo in campo nel 2020, tra cui il Superbonus e la cessione dei crediti d’imposta, il Pil 2021 risulta cresciuto addirittura del 7% e il debito pubblico sta diminuendo più velocemente del previsto, proprio grazie alla crescita del Pil. Ce lo dice oggi l’Istat, spazzando via le falsità messe in circolo in questi giorni”.
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