A Zurigo un rialzo del 18,68% a 2,01 franchi per azione, con l'indice nazionale che ha guadagnato l'1,96% in una giornata di sostenuti rialzi per tutti i listini europei

È presto per dire se il peggio sia passato per Credit Suisse, ma il prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri da parte della Banca nazionale svizzera ha sterilizzato il crollo mettendo fine alla tempesta. Per il titolo alla Borsa di Zurigo il rimbalzo è stato quasi compiuto, con un rialzo del 18,68% a 2,01 franchi per azione, con l’indice Svizzero che ha guadagnato l’1,96% in una giornata di sostenuti rialzi per tutti i listini europei, che hanno tentato il recupero dopo il crollo di ieri, pesato sull’istituto di credito per un –24%.

Le misure sulla liquidità della Bns hanno permesso a Credit Suisse di intraprendere “misure decisive per rafforzare preventivamente la propria liquidità“, come ha comunicato il gruppo. Tra le mosse adottate, l’annuncio di offerte da parte di Credit Suisse international per il riacquisto di alcuni titoli di debito in contanti fino a circa 3 miliardi di franchi svizzero, e l’intenzione di accedere al Covered loan facility della Banca nazionale svizzera, oltre che alla linea di liquidità a breve termine fino a circa 50 miliardi di franchi svizzeri, ossia “liquidità aggiuntiva” che “sosterrebbe le attività principali e i clienti di Credit Suisse”. Secondo il ceo Ulrich Koerner “queste misure dimostrano un’azione decisiva per rafforzare il Credit Suisse mentre continuiamo la nostra trasformazione strategica per fornire valore ai nostri clienti e alle altre parti interessate. Siamo decisi ad andare avanti rapidamente per offrire una banca più semplice e mirata, costruita intorno alle esigenze dei clienti”. Alla fine del 2022, Credit Suisse aveva un CET1 ratio del 14,1% e un Liquidity Coverage Ratio medio 1(LCR) del 144%, che da allora è migliorato a circa il 150% (al 14 marzo 2023).

Per Saudi National Bank, principale azionista della banca svizzera con circa il 9,9% delle azioni, le turbolenze del mercato legate alla situazione dell’istituto di credito sono “ingiustificate”. Nella giornata di mercoledì il presidente della Banca nazionale saudita, Ammar Al Khudairy, aveva affermato, rispondendo alla domanda di Bloomberg Tv sul possibile ulteriore supporto finanziario, che “la risposta è assolutamente no, per molte ragioni che esulano dalla più semplice ragione normativa e statutaria”. In un’intervista a Cnbc Al Khudairy giovedì ha spiegato che “se si guarda a come è crollato l’intero settore bancario, sfortunatamente, molte persone stavano solo cercando scuse“, rimarcando che “è panico, un po’ di panico. Credo del tutto ingiustificato, sia per il Credit Suisse che per l’intero mercato”.

L’episodio, al di là del tonfo generalizzato dei bancari sulle Borse europee, non dovrebbe innescare casi di contagio. In conferenza stampa il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos ha spiegato che “l’esposizione nei confronti di Credit Suisse è limitata e non c’è concentrazione”. De Guindos ha aggiunto che “abbiamo una serie di strumenti in atto nel caso in cui avessimo bisogno di garantire liquidità”. Per Gianfranco Torriero, vice direttore generale vicario Abi, “il tema importante è che per quanto riguarda le banche italiane, le banche operanti nell’Unione Europea e soprattutto in particolare nell’area dell’euro dove è stata realizzata l’Unione bancaria europea, le regole sono particolarmente stringenti così come la supervisione. Questo è sicuramente l’elemento principale di sicurezza e di rassicurazione per tutti i risparmiatori”. Intervenendo a Uno Mattina Torriero ha infatti precisato che “non c’è un collegamento diretto a nostra conoscenza tra Svb e Credit Suisse perché le casistiche sono diverse”.

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