Il provvedimento del Parlamento europeo parte dal presupposto che nell'Ue le donne guadagnano, a parità di mansioni, in media il 13% in meno degli uomini
Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva che introduce misure vincolanti sulla trasparenza retributiva. Il provvedimento parte dal presupposto che nell’Ue le donne guadagnano, a parità di mansioni, in media il 13% in meno degli uomini. Introduce la fine del segreto salariale – i lavoratori avranno diritto a ricevere informazioni sulla retribuzione nella loro categoria di lavoro -, sanzioni dissuasive, anche pecuniarie, per i datori di lavoro che non rispettano le regole, e l’obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere superiore al 5%.La nuova legislazione imporrà alle imprese Ue di divulgare informazioni che agevolino il confronto degli stipendi dei dipendenti e la denuncia dei divari retributivi di genere esistenti. Mira a contrastare il divario retributivo tra i generi (gender pay gap in inglese). Queste impongono che le strutture retributive siano basate su criteri neutrali rispetto al genere, sia nel settore privato che in quello pubblico.
Inoltre, dovranno essere introdotti dei sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere, così come dovranno esserlo gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative. Infine, i processi di assunzione dovranno essere condotti in modo non discriminatorio. Nel caso la dichiarazione obbligatoria sulle retribuzioni di un’azienda o dell’amministrazione pubblica mostra un divario di almeno il 5%, i datori di lavoro dovranno effettuare una valutazione delle retribuzioni in cooperazione con i rappresentanti dei loro dipendenti. I Paesi Ue dovranno inoltre introdurre sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive, ad esempio ammende, per i datori di lavoro che non rispettano le regole. Un lavoratore o una lavoratrice che abbia subito un danno a seguito di una violazione delle norme avrà il diritto di chiedere un risarcimento. Per la prima volta, sono stati inclusi nell’ambito di applicazione delle nuove norme la discriminazione intersezionale e i diritti delle persone non binarie.Il Consiglio dovrà approvare formalmente l’accordo prima che il testo sia varato e pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Le nuove regole entreranno in vigore venti giorni dopo la loro pubblicazione.
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