A lanciarlo sono Inail e Cnr, si tratta di un metodo di previsione dello stress da calore per lo screening dei rischi professionali
Per il problema del caldo per la salute dei lavoratori arriva un sistema di allerta da caldo specifico per il settore occupazionale integrato anche da un prototipo di sistema di allerta da freddo. Da Inail e Cnr un nuovo strumento per monitorare l’allerta ondate di calore. Si tratta di un sistema di previsione dello stress da calore per lo screening dei rischi professionali, una specie di mappa con bollini rossi. A lanciarlo sono Inail e Cnr.
A Roma se ne parla al seminario – Cambiamenti climatici e lavoro: ricerca scientifica e progetti di intervento. Le iniziative dell’Inail per il settore dell’edilizia viene illustrato il progetto di ricerca Worklimate promosso e coordinato dall’Inail e dal Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto per la bioeconomia (Ibe), che ha consentito di disporre di risultati di ricerca innovativi sul piano dell’analisi epidemiologica, dei dispositivi di protezione e di mitigazione dell’esposizione in azienda, della definizione di moduli formativi specifici e della implementazione di web-app di gestione del rischio caldo.
L’incremento di frequenza e intensità delle ondate di calore – si legge sul sito Inail – è uno degli aspetti più rilevanti del cambiamento climatico e gli scenari di previsione meteo-climatica indicano come si tratti di una priorità di sanità pubblica. L’impatto sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori è un ambito di ricerca cruciale per la definizione di politiche di intervento e mitigazione ed il settore delle costruzioni è certamente uno dei comparti occupazionali più coinvolti nell’esposizione a temperature elevate outdoor.
Inps: “Cig possibile anche sotto 35 gradi, conta calore percepito”
In un messaggio pubblicato sul suo portale – che riassume le indicazioni per i casi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, conseguenti alle temperature elevate e il ricorso al trattamento di integrazione salariale con la causale “eventi meteo”, quando le temperature risultino superiori a 35° centigradi – l’Inps comunica che anche temperature inferiori a 35° centigradi possono determinare l’accoglimento della domanda di accesso al trattamento ordinario, qualora entri in considerazione la valutazione anche della temperatura “percepita”, che è più elevata di quella reale.
Infatti, sottolinea l’Inps, anche temperature inferiori ai 35 gradi possono essere idonee a dare titolo al trattamento di integrazione salariale, se le relative attività sono svolte in luoghi che non possono essere protetti dal sole o se comportano l’utilizzo di materiali o in presenza di lavorazioni che non sopportano il forte calore.
La valutazione, dunque, sottolinea l’Inps, non deve fare riferimento solo alla temperatura ma anche alla tipologia di attività svolta e alle condizioni nelle quali si trovano ad operare i lavoratori.
Il messaggio dell’Inps ricorda, infine, che il trattamento di integrazione salariale è riconoscibile in tutti i casi in cui il datore di lavoro, su indicazione del responsabile della sicurezza dell’azienda, disponga la sospensione/riduzione delle attività in quanto sussistono rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, purché le cause che hanno determinato detta sospensione/riduzione non siano imputabili al medesimo datore di lavoro o ai lavoratori.
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