Aumentata la somma esente da tasse per i benefit aziendali erogati dai datori di lavoro ai soggetti in questione. Ruggiero (Edenred): "Positivo, speriamo in stabilizzazione"

L’Agenzia delle Entrate, con una nuova circolare, ha stabilito le istruzioni per la detassazione del welfare aziendale fino a 3mila euro in favore dei dipendenti con figli. I datori di lavoro possono erogare ai loro impiegati beni o servizi a titolo di benefit, e questi fino alla somma prevista saranno quindi esenti da Irpef (così come dall’imposta sostitutiva sui premi di produttività). I chiarimenti arrivano dopo le novità introdotte in tal senso dal “Decreto lavoro”. 

Detassati anche i “bonus bollette”

Lo stesso decreto (Dl n. 48/2023) ha inoltre incluso tra i “bonus” che non concorrono a formare reddito di lavoro dipendente anche le somme erogate o rimborsate ai lavoratori per il pagamento delle utenze domestiche di energia elettrica, acqua e gas

La platea dei beneficiari

La circolare precisa che l’agevolazione si applica in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un solo figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi, e ricorda che, per il Fisco, sono considerati a carico i figli con reddito non superiore a 2.840,51 euro (al lordo degli oneri deducibili). Poiché il beneficio spetta per il 2023, questo limite di reddito – che sale a 4mila euro per i figli fino a 24 anni – deve essere verificato al 31 dicembre di quest’anno. Il documento chiarisce inoltre che la nuova agevolazione spetta a entrambi i genitori anche nel caso in cui si accordino per attribuire la detrazione per figli a carico per intero al genitore che, tra i due, possiede il reddito più elevato.

Come accedere al beneficio

Per accedere al beneficio, il lavoratore deve dichiarare al proprio datore di lavoro di averne diritto, indicando il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico. Non essendo prevista una forma specifica per questa dichiarazione, la stessa può essere resa secondo modalità concordate tra le due parti. Naturalmente, al venir meno dei presupposti per l’agevolazione – per esempio nel caso in cui, nel corso dell’anno, un figlio non sia più fiscalmente a carico – il dipendente è tenuto a darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro. Quest’ultimo recupererà quindi il beneficio non spettante nei periodi di paga successivi e, comunque, entro i termini per le operazioni di conguaglio.

Ruggiero (Edenred): “Conseguenze positive, speriamo in stabilizzazione”

“Un provvedimento che innalza la soglia dei benefit aziendali ha conseguenze positive sui dipendenti che ne usufruiscono e sui consumi del Paese: per questo apprezziamo la nuova soglia dei fringe benefit a 3mila euro per figli a carico, proprio come accogliamo con favore il bonus benzina. In generale, come Edenred crediamo che il proseguimento del percorso verso il riconoscimento del ruolo di welfare aziendale e dei fringe benefit come strumenti in grado di offrire un aiuto immediato ed effettivo in periodi di forte difficoltà economica per le famiglie, aumentando il potere d’acquisto dei lavoratori, sia un segnale positivo”. Così a LaPresse Fabrizio Ruggiero, amministratore delegato di Edenred Italia, multinazionale del settore degli employee benefit, sull’innalzamento a 3.000 euro della soglia di detassazione dei fringe benefit per i dipendenti con figli a carico. “I fringe benefit hanno dimostrato la loro efficacia soprattutto per la famiglia e per le sue esigenze, in quanto contribuiscono ad aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori in maniera immediata, offrendo un supporto economico puntuale. Per questo, speriamo che nel tempo tali misure possano andare verso una stabilizzazione e anche verso un ampliamento della fetta di popolazione che potrà usufruirne, essendo soprattutto uno strumento calmierante fondamentale contro l’inflazione”, aggiunge.  

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