Dinamica positiva su base mensile in tutti i settori tranne i beni di consumo. Unc: "Benino ma non basta"
A giugno la produzione industriale in Italia è aumentata dello 0,5% su base mensile, mentre su base annua è in calo dello 0,8%. Nella media del secondo trimestre il livello della produzione diminuisce dell’1,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo stima l’Istat, spiegando che a giugno “si rileva, per il secondo mese consecutivo, un incremento congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione industriale”. Nel commento ai dati l’istituto di statistica osserva che “la dinamica positiva è estesa a quasi tutti i settori, con l’eccezione dei beni di consumo. Resta, tuttavia, negativo l’andamento congiunturale complessivo nella media del secondo trimestre”. Inoltre “in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo è in diminuzione a giugno. A esclusione dei beni strumentali, in crescita consistente, la flessione si estende ai principali raggruppamenti di industrie ed è particolarmente marcata per l’energia”.
Settore auto con la maggiore crescita
L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali per i beni strumentali (+1,5%), i beni intermedi (+0,4%) e l’energia (+0,3%); viceversa, si osserva una flessione marginale per i beni di consumo (-0,1%). Su base annua crescono solamente i beni strumentali (+7,6%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-2,3%), i beni intermedi (-4,4%) e in modo più marcato l’energia (-9,4%). Tra i settori di attività economica la fabbricazione di mezzi di trasporto presenta un’ampia crescita tendenziale (+25,1%), seguono la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+11,8%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+0,4%). Le flessioni maggiori si registrano nell’Industria del legno, della carta e della stampa (-14,6%), nella fabbricazione di prodotti chimici (-13,3%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,9%).
Unc: “Benino ma non basta”
“Benino, ma non basta! È positivo che, dopo una discesa ininterrotta durata da gennaio ad aprile ed il rimbalzo di maggio, la produzione resti in territorio positivo. Ma sono troppi i segnali negativi, a cominciare dai beni di consumo, sia durevoli che non durevoli, che sono in netto calo sia su base congiunturale che tendenziale. Un chiaro campanello d’allarme, indicatore della difficoltà delle famiglie di arrivare a fine mese”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
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