Gli interventi sul ‘caro voli‘ delineati dal governo nella bozza del dl asset, circolata venerdì scorso, lasciano perplesse e scontente le compagnie aeree. Lo affermano in una nota Ibar (Italian Board of Airlines Representatives) e Assaereo (Associazione Nazionale Vettori e Operatori del Trasporto Aereo), ‘portavoce’ del settore dei vettori aerei operanti nel mercato italiano. Mancherebbero i presupposti per una decretazione d’urgenza, è mancato il confronto articolato con i vettori per trovare norme meno “punitive”, che peraltro – sostengono – sembrerebbero in contrasto con la normativa europea.
“In merito alle modalità, le associazioni ritengono che non ricorrano i presupposti per una decretazione d’urgenza come quella del decreto-legge dal momento che, intervenendo le disposizioni dell’art. 1 su periodi di ‘picco di domanda legata alla stagionalità o in concomitanza di uno stato d’emergenza nazionale’, i picchi di domanda relativi alla stagione estiva sono di fatto già superati. Inoltre – sottolineano infatti – tale decretazione arriva in assenza di un preventivo confronto con i vettori rappresentati dalle scriventi associazioni, che avrebbe potuto restituire informazioni approfondite circa le prassi dell’industria e individuare soluzioni meno punitive per il settore, che ha scontato negli ultimi anni pesanti difficoltà a causa prima della pandemia da Covid-19 e poi per le conseguenze dello scoppio del conflitto in Ucraina quali aumenti spropositati dei costi dei materiali e del carburante”. Inoltre, “le previsioni del decreto-legge parrebbero, qualora fossero confermate, in contrasto con le normative di settore applicabili, in particolare dell’art.22 del Regolamento CE 1008/2008” relativo alle norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità “che consente ai vettori titolari di licenza di trasporto aereo rilasciata da uno Stato membro dell’Unione europea di scegliere le rotte sulle quali operare e di fissare liberamente le tariffe per il trasporto passeggeri e merci. La possibilità di calmierare il costo dei biglietti aerei è consentita esclusivamente attraverso l’imposizione di oneri di servizio pubblico qualora ricorrano i presupposti di cui all’articolo 16 del Regolamento citato”, spiegano Ibar e Assaereo.
Ancora, ricordano, “l’industria del trasporto aereo opera in un contesto generale di mercato libero e deregolamentato, come definito nel “Terzo pacchetto di misure di liberalizzazione dei Trasporti Aerei” definito dalle istituzioni comunitarie nel 1992 e riorganizzato proprio con il Regolamento CE 1008/2008, che ha portato in questi anni benefici enormi in termini di livelli di occupazione, incremento di frequenze e collegamenti commerciali, aumento della concorrenza e, cosa più importante, accesso al mezzo di trasporto aereo esteso alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei. Eventuali tentativi di limitare le libertà del settore e la concorrenza che lo contraddistingue potrebbero generare impatti negativi sull’offerta e sui prezzi dei biglietti, a danno della libera circolazione dei cittadini, dell’occupazione diretta e dell’indotto nel settore”.