Il presidente di Confindustria: "Riforme non siano divisive"

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha bocciato il salario minimo durante l’ultima assemblea degli industriali da lui presieduta. “La discussione di questi mesi sulla opportunità o meno di introdurre per legge un salario minimo sembra trascurare che la nostra Costituzione ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto” ha detto Bonomi al palco dell’assemblea annuale degli industriali, tornando su uno dei temi caldi che ha animato il dibattito politico negli ultimi mesi. Il compito di arrivare ad una retribuzione giusta è affidato “alla contrattazione collettiva”, afferma il presidente, ribadendo che per Confindustria “la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe né la grande questione del lavoro povero, né la piaga del dumping contrattuale, né darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva”.

Riforme

“Noi siamo tra coloro che credono che, in un ordinamento come il nostro, che correttamente ambisce a una maggiore stabilità di governo, il Capo dello Stato debba continuare ad essere il garante della Costituzione” continua Bonomi parlando di fronte al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presente all’assise industriale. E alle forze politiche lancia poi un monito sulle riforme: “Evitate di progettare interventi sulla forma di Stato e sulla forma di governo maturati e ispirati da una dialettica divisiva, aliena per definizione dalla serietà con cui proporre e giudicare impianti istituzionali così rilevanti per la democrazia e la libertà del nostro Paese. Questo appello – sottolinea Bonomi – non credo affatto che venga dalle sole imprese”. In ogni caso, “per scelta che deriva dalla nostra irrinunciabile regola fondamentale, che vincola rigorosamente Confindustria a essere autonoma, apartitica e agovernativa, per giudicare solo nel merito i provvedimenti assunti, preferisco non addentrami oggi nella valutazione degli schemi di riforma istituzionale avanzati in questi mesi dai partiti, in merito alla forma di Stato”, cioè l’autonomia differenziata, “e alla forma di Governo, cioè presidenzialismo o premierato”, conclude il presidente.

“Senza fondi sovrani comuni si spezza mercato unico”

“Abbiamo tentato in tutti i modi, nei quotidiani dialoghi con le nostre omologhe associazioni tedesche e francesi, così come in BusinessEurope, di sottolineare il rischio che, senza fondi sovrani comuni europei, nei prossimi anni si spezzerà il mercato unico”. Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dal palco dell’assemblea annuale degli industriali del 2023, l’ultima di Bonomi come presidente. “Perché – spiega Bonomi – ricorrere alle sole deroghe al divieto di aiuti di Stato per realizzare obiettivi così impegnativi, condizionandoli solo agli spazi di agibilità fiscale dei singoli Stati membri, condannerà l’industria di molti paesi europei a perdere la gara. Ed è una minaccia serissima per l’Italia, il Paese della seconda manifattura europea”, sottolinea.

“Governo renda strutturale taglio del cuneo”

In seguito, nella conferenza stampa al termine dell’assemblea, Bonomi ha detto che Confindustria si auspica “che il governo renda strutturale il taglio del cuneo fiscale con la prossima legge di Bilancio” e aggiunto: “Sono disposto a rinunciare ai 14 miliardi di tax expenditure, se questi vanno al taglio del cuneo”. 

 

 

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