Ad agosto 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,3% su base mensile del 5,4% su base annua, da +5,9% nel mese precedente (la stima preliminare era +5,5%). Lo rileva l’Istat diffondendo i dati di agosto dei prezzi al consumo. La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente- spiega l’Istat – ai prezzi degli Energetici non regolamentati (da +7,0% a +5,7%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,6% a +5,8%), degli Alimentari non lavorati (da +10,4% a +9,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +1,2%), dei Beni durevoli (da +5,4% a +4,6%) e, in misura minore, degli Alimentari lavorati (da +10,5% a +10,0%).Tali effetti – prosegue l’Istat – sono stati solo in parte compensati dalla moderata accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,6% a +3,9%) e dall’attenuarsi della flessione degli Energetici regolamentati (da -30,3% a -29,6%).?L’“Inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +5,2%a +4,8%), così come quella al netto dei soli beni energetici(da +5,5%, registrato a luglio, a +5,0%).
Prosegue ad agosto la fase di rallentamento dell’inflazione (scesa a +5,4%) e della sua componente di fondo (+4,8%). La decelerazione su base annua dei prezzi al consumo, ancora fortemente influenzata dalla dinamica dei Beni energetici, riflette anche l’evoluzione favorevole dei prezzi di alcune tipologie di servizi (ricreativi, culturali e per la cura della persona e di trasporto) e il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita in ragione d’anno rimane, tuttavia, su valori relativamente alti (+9,7%). Permane, infine, elevato, sebbene in decelerazione, il ritmo di crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, che ad agosto si attesta a +9,4%. Così l’Istat nel commento sui dati del prezzo al consumo di agosto. Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +7,0%a +6,3%)e quella relativa ai servizi (da +4,1% a +3,6%), – spiega l’Istat -portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a-2,7 punti percentuali,dai-2,9 di luglio.I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un ulteriore rallentamento in termini tendenziali (da +10,2% a +9,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto subiscono un’accelerazione (da +5,5% a +6,9%). L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente alla crescita dei prezzi degli Energetici sia non regolamentati(+1,7%) sia regolamentati (+1,1%), dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2%), degli Alimentari lavorati (+0,6%), dei Beni durevoli (+0,4%) e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,3%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’attenuazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-0,5%).L’inflazione acquisita per il2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,2% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) – prosegueb l’Istat -aumenta dello 0,2% su base mensile e del 5,5% su base annua (da +6,3% di luglio), confermando la stima preliminare.La flessione più marcata dell’IPCA, rispetto a quella osservata nel NIC, si deve alla dinamica dei saldi estivi (di cui il NIC non tiene conto); i prezzi di Abbigliamento e calzature registrano un calo congiunturale (-3,2%) più ampio di quello di agosto 2022 (-0,7%), determinando così, per questa divisione di spesa, un rallentamento da +5,4% a +2,7%.L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra unaumentodello0,3% su base mensile e del5,2% su base annua.