Produzione 2023-24 non ancora al top, c'è anche il rischio che sia stata compromessa dal maltempo
Prezzi dell’olio d’oliva alle stelle. A pesare i cambiamenti climatici e un’estate particolarmente calda. In Italia i prezzi medi mensili dell’olio extravergine di oliva, stando ai dati Ismeamercati elaborati da Confagricoltura, hanno subito un aumento di oltre il 100% arrivando a registrare, da luglio 2022 ad agosto 2023, un rincaro del 106% cioè 4,60 euro al chilo. Ad agosto 2022 si attestava sui 4,49 euro al chilo mentre lo scorso mese si erano raggiunti gli 8,96 euro al chilo. L’effetto sui prezzi, spiegano da Confagricoltura, è dovuto essenzialmente a un brusco calo della produzione di olio 2022-2023 della Spagna (primo produttore ed esportatore a livello mondiale) e dell’Italia (terzo).
“I prezzi dell’olio sono in aumento a livello nazionale da mesi perché la produzione si concentra dall’autunno” quindi noi “finita la campagna olearia 2022-2023 abbiamo riscontrato un calo molto forte, in particolare da parte della Spagna”, spiega a LaPresse Vincenzo Lenucci, responsabile area economica di Confagricoltura. Le previsioni 2023-2024 per l’olio che si andrà a produrre dal prossimo mese in poi “sono abbastanza negative. Sono in recupero ma non compensano il crollo che c’è stato l’anno precedente”. In particolare, la Spagna è stata toccata l’anno scorso da una fortissima siccità “che ha fatto precipitare la produzione e questo ha avuto un’influenza sul mercato oleario europeo e di tutto il mondo”, sottolinea Lenucci rimarcando che gli effetti riverberano ancora sulle quotazioni. E per l’olio nuovo non è attesa un’annata di piena produzione. “In Spagna – rileva – la tendenza è quella di un recupero, anche se non pieno, e in Italia c’è una situazione differenziata e difficile da decifrare, determinata, tra le altre cose, dalle avversità primaverili, che potrebbero avere compromesso la produzione. Non abbiamo tuttavia ancora un indizio chiaro perché è presto”.
Nel nostro Paese “quel poco di olio che riusciamo a ottenere sopporterà una serie di costi dovuti all’irrigazione soprattutto nella provincia di Bari e in Puglia, dove non piove da quattro mesi”, afferma a LaPresse Gennaro Sicono, presidente di Italia Olivicola, organizzazione della produzione olivicola italiana con oltre 250mila i soci aderenti in 15 regioni Italiane per un totale di 56 organizzazioni di produttori sparse sul territorio. Continua a preoccupare anche la Xylella che affligge tre province della regione, Lecce, Brindisi e Taranto, per un totale di 24 milioni ulivi, danneggiando la regione-serbatoio dell’olivicultura nazionale. L’allarme sul batterio è ancora alto anche perché prende di mira piante secolari: “Fino adesso il governo è assente da questo punto di vista e la situazione sta degenerando”, rincara. Sicono poi mette in guardia da eventuali truffe sui prodotti. E il Consorzio ha già fatto le sue segnalazioni Masaf. “C’è una situazione pericolosa che si sta verificando: alcuni industriali stanno miscelando olio di oliva con olio di semi, aggirando le norme comunitarie e inserendo peperoncino e limone chiamandolo ‘condimento’. Questa è una truffa che si sta mettendo in campo. Abbiamo sollevato questo problema al ministero dell’Agricoltura e questo è un pericolo per il consumatore perché il prezzo sarà minore ma sarà un inganno per il pubblico”.
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