Prove di dialogo per il governo nell’incontro con i sindacati per discutere delle misure contro l’inflazione che continua a mordere i salari di lavoratori e pensionati. Ma il clima è teso. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, non siede al tavolo di Palazzo Chigi e va a piazza del Popolo dalla Fiom, poi convoca una conferenza stampa a Corso d’Italia e invia all’esecutivo un duro messaggio: del rapporto “costruttivo e dialogante” che la premier Giorgia Meloni aveva prospettato all’inizio del suo mandato non restano che “incontri finti” e attacchi politici contro la Cgil. “Questo governo – ha detto il segretario generale – ha paura di chi si mobilita, di chi non la pensa come loro”.
Nei due round di confronto con i rappresentanti dei lavoratori, il ministro Urso – insieme ai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari e al il ministro Pa Paolo Zangrillo – ha sottolineato che la riduzione della pressione inflazionistica in Italia è stata “più consistente della media europea”. Sul tavolo il governo ha messo gli interventi già in cantiere, come il taglio del cuneo, la revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni e i vari bonus. Soprattutto, ha promesso di lavorare per garantire il coinvolgimento attivo dei sindacati nel monitoraggio dei prezzi, studiando l’impatto sui conti pubblici delle richieste avanzate dalle sigle rispetto al rinnovo e al rafforzamento dei provvedimenti già attuati. In chiaroscuro le reazioni che arrivano dal fronte sindacale.
La Cisl e l’Ugl sembrano soddisfatte: il leader di via Po, Luigi Sbarra, lo ha definito “un incontro importante”, come il segretario generale Ugl, Paolo Capone, che vede delinearsi un “percorso positivo”. Per Uil e Cgil invece le misure proposte dall’esecutivo sono insufficienti. “Non basta appellarsi al buon cuore delle imprese”, ha sottolineato Christian Ferrari, confederale di Corso d’Italia, riferendosi al Patto salva-spesa promosso dal Mimit sui beni di largo consumo, mentre Ivana Veronese, di via Lucullo, ha fatto presente che tutelare i redditi bassi con i bonus “è sicuramente importante, ma ci sono tantissime famiglie a redditi medi che fanno fatica” a fronteggiare i rincari.
Molto più tagliente il giudizio del numero uno della Cgil. L’Italia è allo sprofondo ma il governo organizza “uno dei classici incontri finti senza nessuna novità” mentre sferra un “attacco politico alla Cgil per delegittimare il ruolo del sindacato”. Il segretario si riferisce all’interrogazione parlamentare rivolta alla ministra Calderone dalla Camera rispetto al licenziamento dell’ex portavoce Massimo Gibelli. “Il governo dice di dover vigilare sulla Cgil: è un fatto gravissimo e riguarda tutte le forze democratiche. Non è mai successo nella storia del nostro Paese. Noi non abbiamo nulla da nascondere, ma ci chiediamo se sia questo il compito di un governo”, ha chiosato Landini. Non si è fatta attendere la replica del ministero del Lavoro: le interrogazioni sono una prerogativa del Parlamento, ha ricordato il dicastero. Al momento “non risultano evidenze” ma “se dovessero emergere specifiche segnalazioni, queste saranno trattate al pari di tutte le altre”, ha assicurato via Flavia.