Il ministro dell'Economia: "Nel 2024 al via delega fiscale, primo scaglione al 23%"
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nuovamente all’attacco del Superbonus dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri della Nadef, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che pone le basi per la legge di bilancio. In una nota pubblicata sul sito del Mef, il ministro ha scritto che gli effetti negativi del 110% sui conti pubblici comporteranno sacrifici su altre fonti di spesa di cui però “siamo consapevoli perché le priorità sono appunto quelle che abbiamo segnalato”. Ha inoltre sottolineato: “Dobbiamo scontare, ed è il motivo per cui il debito cala così lievemente, il fatto che abbiamo più di 80 miliardi di debiti fiscali dai bonus edilizi che scenderanno e che dovranno essere onorati nei prossimi quattro anni. In assenza di questi il nostro debito sarebbe sceso di un punto percentuale all’anno, esattamente come richiesto dagli altri Paesi europei”.
“Interventi indispensabili per coesione sociale”
Riguardo al quadro di finanza pubblica previsto nella Nadef, il governo ritiene che non crei alcun conflitto né con la Commissione europea né con i mercati perché “è improntato al principio della responsabilità e della prudenza con interventi indispensabili e necessari per assicurare la coesione sociale. L’aumento dei tassi d’interesse generato dalla politica restrittiva brucia risorse nell’ordine di 14-15 miliardi, sottratti ovviamente a interventi attivi a favore dell’economia e delle famiglie: è un buon motivo per non creare debito ma ovviamente dobbiamo ridurre gli effetti negativi su tutti noi”, si legge nella nota.
Nel 2024 al via la delega del fisco
“Per l’anno 2024 abbiamo previsto un indebitamento del 4,3% sul Pil che ci permetterà di confermare la decontribuzione già decisa l’anno scorso, di confermare e di potenziare gli interventi a favore della famiglia e di avviare l’applicazione della delega fiscale con il primo scaglione del 23%”, spiega nel dettaglio la nota di Giorgetti.
Schlein: “Non riusciranno a mantenere promesse”
“Non riusciranno a mantenere le promesse che hanno fatto. Le priorità del Pd sono molto chiare: da un lato la sanità pubblica su cui siamo estremamente preoccupati perché si allungano i tempi delle liste di attesa, dall’altro il potere di acquisto delle famiglie e i salari – continueremo la battaglia sul salario minimo – il taglio del cuneo dovrebbe essere strutturale e accanto a questo misure che accompagnino la crescita delle imprese e la transizione ecologica e digitale”, ha detto sul tema la segretaria del Pd, Elly Schlein.
Conte: “Fine della propaganda del governo”
“Con la Nadef si certifica che la propaganda del governo è finita, è finita da un pezzo. Abbiamo una prospettiva di zero crescita, zero investimenti, e ovviamente non si risolvono i problemi delle famiglie come il caro-mutui, il caro-spesa e il caro-carburante. Penso che i primi ad essere delusi siano i cittadini che hanno votato questo governo. Un governo politico che aveva annunciato una svolta per quanto riguarda la politica economica e sociale del paese e che invece certifica manovre dello zero virgola. Non c’è nessuna prospettiva di rilancio del paese”, ha dichiarato invece il presidente del M5S, Giuseppe Conte. “Questo governo per un anno ha continuato a beneficiare, come il governo Draghi, delle prospettive espansive che abbiamo costruito – ha aggiunto Conte –. Ricordo i numeri: +12% di incremento di Pil in un biennio e abbiamo migliorato di 15 punti in 3 anni il rapporto debito-Pil, abbiamo maggiorato le entrate fiscali dello Stato di 100 miliardi in due anni”. E ha concluso: “È il tesoretto che prima Draghi e poi Meloni hanno distribuito agli italiani. Di suo questo governo cosa ci mette? Nulla”.
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